Rappresentano oltre il 40% del totale riservato all'Ambiente, ma neanche 1/40 degli investimenti totali deliberati dal Cipe
Nella seduta svoltasi ieri a Palazzo Chigi, il Comitato interministeriale per la programmazione economica
(Cipe) ha dato l’ok a investimenti per una ammontare complessivo di
circa 39 miliardi di euro, un’operazione all’interno della quale spicca
la ripartizione delle risorse finanziarie facenti parte del Fondo per lo
sviluppo e la coesione territoriale (Fsc) 2014-2020: non una nuova
iniezione di liquidità dunque, ma l’attuazione di quanto previsto dalla
legge di stabilità 2015 approvata a fine 2014, la prima del governo Renzi.
«Le principali aree tematiche del riparto da quasi 39 miliardi di
euro – spiegano dal Cipe – sono: Infrastrutture (21,7 miliardi di euro),
Ambiente (7,5 miliardi di euro), Sviluppo economico e produttivo (6
miliardi di euro), Turismo, cultura e valorizzazione delle risorse
naturali (2,1 miliardi di euro), Occupazione, inclusione sociale e lotta
alla povertà, istruzione e formazione (357 milioni di euro). Di questi
circa 39 miliardi, sono stati approvati i 13,4 miliardi per i “Patti per
il Sud” e sono stati assegnati i 15 miliardi non ancora destinati, così
suddivisi: Infrastrutture (11,4 miliardi), Ambiente (1,9 miliardi),
Sviluppo economico e produttivo (1,4 miliardi), Agricoltura (400
milioni)».
Il Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc), ex Fondo per le aree
sottoutilizzate (Fas), è lo strumento a disposizione del governo che –
accanto ai fondi comunitari – attua l’obiettivo costituzionale di
“rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l’effettivo
esercizio dei diritti della persona”, in questo caso mediante la
realizzazione di interventi nelle cosiddette aree sottoutilizzate.
Per quanto riguarda l’assegnazione delle risorse, dal ministero
dell’Ambiente sottolineano che assieme ai «Patti per il Mezzogiorno, che
per l’ambiente valgono 4 miliardi di euro», la nuova programmazione
delle risorse Fsc 2014-2020 assegni all’Ambiente circa 2 miliardi di
euro.
In particolare, sono 826 milioni di euro (oltre il 40% del totale
riservato all’Ambiente) i fondi destinati agli interventi prioritari di
bonifica dei siti d’Interesse Nazionale e delle discariche, da quelle in
cui si evidenziano situazioni più critiche alle abusive che hanno
determinato la sentenza di condanna della Corte di Giustizia Europea nei
confronti dell’Italia; per la difesa del suolo sono invece destinati
274 milioni di euro; nella sezione programmatica “Risorse idriche e
interventi di depurazione” sono previsti 606 milioni di euro; 102
milioni di euro sono quelli volti all’efficientamento energetico degli
edifici pubblici; per il settore rifiuti il ministero annuncia poi
interventi da 135 milioni di euro, di cui oltre 98 per tredici azioni di
completamento, riefficientamento e integrazione dell’impiantistica e
del ciclo dei rifiuti, mentre 31 milioni serviranno invece alla chiusura
e all’adeguamento di 17 discariche attualmente in precontenzioso
comunitario; infine, sono 14 i milioni di euro previsti per parchi e
aree marine protette, volti alla manutenzione e la rinaturalizzazione di
infrastrutture verdi e per i servizi ecosistemici funzionali a ridurre i
rischi derivanti dai cambiamenti climatici.
fonte: http://www.greenreport.it