A dispetto degli annunci pubblici e degli impegni internazionali sul clima, Bruxelles sta preparando una vera e propria stangata per le energie rinnovabili. Gli impianti eolici e solari potrebbero presto perdere la corsia preferenziale di accesso alla rete elettrica europea rispetto alle altre fonti. Lo rivela il quotidiano britannico Guardian, che ha visto in anteprima alcuni documenti preparatori relativi alla direttiva Ue sulle energie rinnovabili, attualmente in fase di revisione per il periodo successivo al 2020.
In ballo c’è una modifica sostanziale del sistema di “priority dispatch”.
I documenti costituiscono una previsione dell’impatto che avrebbe
sull’ambiente e sul mercato dell’energia un suo livellamento, ovvero una
riduzione della priorità assegnata all’elettricità proveniente da fonti
rinnovabili. Secondo i calcoli di Bruxelles, questa mossa comporterà un
aumento delle emissioni di CO2 anche del 10%. Ciò
nonostante, il documento non considera questo fatto abbastanza
importante per scartare del tutto la possibilità. Infatti prosegue
delineando quattro diversi scenari, nel tentativo di rendere il comparto
energetico del continente più flessibile e competitivo. Il costo
climatico di questi 4 possibili scenari va dai 45 ai 60 milioni di t di CO2 emesse in più.
Il
rapporto confidenziale dell’Ue sostiene che l’effetto principale della
misura sarebbe quello di redistribuire in modo più equo, tra i vari
attori del comparto energetico, la competitività. In realtà, è piuttosto
chiaro che il risultato sarebbe ben diverso. Sotto l’etichetta delle
“pari opportunità” resta malcelata la posizione di vantaggio di cui
godrebbero le fonti fossili. Nel momento in cui bisogna escludere un
impianto dall’immissione di elettricità in rete, infatti, sarà ben più semplice fermare un parco eolico o solare, invece di bloccare una centrale a carbone o una centrale nucleare.
Un secondo aspetto da considerare è la situazione degli investimenti
già annunciati. Infatti le compagnie hanno tenuto conto del priority
dispatch nel calcolare profitti e rientro dall’investimento. Senza
questo sistema, il rischio è che siano diversi a tirarsi indietro. Una
delle alternative sarebbe l’intervento di Bruxelles con dei
finanziamenti ad hoc. Ma la ratio del provvedimento – livellare le condizioni di mercato – fa a pugni con una simile ipotesifonte: www.rinnovabili.it