Del vecchio TV non si butta via nulla: reportage dall'impianto di trattamento dei RAEE














Per una volta, invece di parlare di prodotti nuovi, raccontiamo il "fine vita" degli apparecchi elettronici. E chi pensa ancora che il vecchio TV finisca in discarica, dovrà ricredersi: il sistema di raccolta e trattamento dei RAEE, pur a pochi anni dalla sua istituzione, funziona bene e degli apparecchi si recupera quasi tutto. Ecco un viaggio nello stabilimento di Relight, uno dei principali centri di trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici italiani, dove si trasformano i "rifiuti" in nuove risorse. E ci si scopre a parlare di futuro anche circondati da vecchi apparecchi dismessi e guasti.

Fiere, presentazioni e negozi: solitamente è questo il nostro ambiente “naturale”. Tutti prodotti nuovi, nuovissimi, a volte addirittura prototipi. Questa volta abbiamo cambiato drasticamente, pur rimanendo fra migliaia di prodotti elettrici ed elettronici. Siamo infatti andati a vedere cosa succede agli apparecchi vecchi, quelli che si rompono irrimediabilmente o che semplicemente vengono “prepensionati” a favore di nuovissimi modelli.

L’occasione è la visita a Relight, uno dei più grandi e importanti centri di riciclaggio dei RAEE in Italia: sorge nei pressi di Milano e ricicla principalmente televisori (circa un terzo di quelli dismessi e recuperati in Italia), lampade e piccoli elettrodomestici. Un viaggio interessante là dove l’elettronica di consumo finisce per rinascere a nuova vita, che abbiamo riassunto nel video qui sotto.

Ci siamo fatti accompagnare in questa visita da Bibiana Ferrari, fondatrice e amministratore delegato di Relight: “Potrà sembrare strano, ma io sono proprio appassionata del tema dei rifiuti e dei RAEE in particolare – ci racconta -; tanto che chiedo alle mie persone di identificare eventuali prodotti d’epoca che ci arrivano per il riciclaggio e che sono ancora in buono stato”.


















Ne è nato un vero e proprio museo, con pezzi di un po’ tutte le epoche della storia dell’elettronica e degli elettrodomestici.














Grazie all’impegno di alcuni giovani studenti, i pezzi sono stati catalogati, sono stati identificati marca e modelli ed è stata stimata una “datazione”. Un piccolo gioiello nato – cosa incredibile – frugando tra i rifiuti. Ecco perché per Bibiana Ferrari – e da oggi anche per noi – la parola “rifiuto” ha perso tutte le accezioni negative che normalmente il comune sentire gli assegna. Una storia che, nell’era dei consumi, fa pensare.














fonte: http://www.dday.it/