L’82% degli
italiani non sa che da aprile 2016 quelli più piccoli si possono portare
nei negozi senza acquistare nulla. E si rischia una procedura
d’infrazione dell’Ue
Gli italiani hanno in casa 200 milioni di Raee, apparecchi elettronici
ed elettrici che non usano più: vecchi cellulari, frigoriferi,
bollitori, mouse, tostapane, phon, friggitrici, rasoi elettrici, ecc. I
dati della ricerca vengono presentati oggi da Ecodom (Consorzio di
recupero e riciclaggio elettrodomestici). «Molti non sanno che quelli di
piccole dimensioni dal mese di aprile dello scorso anno si possono
portare nei negozi specializzati e il ritiro è gratuito», dice Giorgio
Arienti, direttore generale di Ecodom. «È quello che viene chiamato 1
contro 0, cioè si possono conferire senza acquistare nulla».
Smaltimento
Delle
800 mila tonnellate di rifiuti elettronici prodotti ogni anno solo un
terzo viene riciclato in modo corretto e con una procedura tracciabile.
Le cause? «Smaltimento non corretto, per esempio nell’indifferenziata,
oppure ritirati dai rigattieri», prosegue Arienti. «Ma anche conferiti
in buona fede a smaltitori e riciclatori autorizzati ma non controllati
se non solo per aspetti formali». Il risultato è che appena il 35% è
rintracciabile e certificato: il resto scompare in una sorta di «mercato
grigio». Quindi l’Italia, con 4 chilogrammi di Raee prodotti per
abitante, risulta di fatto sotto il limite richiesto dall’Ue (5,8 kg per
abitante) e nei nostri confronti la Commissione europea potrebbe aprire
una procedura d’infrazione. Con una multa da pagare a carico di tutti i
cittadini.
Fonte di materie prime
Ecco
l’importanza di un corretto smaltimento ma anche di sbarazzarci di
apparecchi inutilizzati o non più funzionanti che intasano cantine e
soffitte. E che potrebbero diventare una fonte preziosa delle cosiddette
materie prime seconde: metalli pesanti come rame, acciaio e alluminio,
le strategiche Terre rare contenute nelle apparecchiature più
sofisticate di ultima generazione (smartphone, tv led, tablet),
plastica. Ed evitare pericolose contaminazioni: per esempio i
frigoriferi più vecchi contengono i gas refrigeranti Cfc e Hcfc,
proibiti da anni a causa del loro altissimo effetto serra e perché
distruggono lo strato di ozono che protegge la Terra dai raggi cosmici, e
che non vanno in alcun modo dispersi nell’atmosfera.
I dati ambientali
Grazie al corretto trattamento di queste apparecchiature, Ecodom ha permesso il riciclo di 57 mila tonnellate di ferro, 1.900 tonnellate di alluminio, 1.800 tonnellate di rame e 9 mila tonnellate di plastica. Inoltre si è evitato di immettere nell’atmosfera 870 mila tonnellate di anidride carbonica. «La responsabilità della carenza nella raccolta dei Raee è equamente suddivisa tra consumatori e amministrazione pubblica», emerge da Ecodom. L’indagine del consorzio parla infatti chiaro: l’82% del campione intervistato da Ipsos non è a conoscenza del decreto 1 contro zero. E i Raee non più utilizzati restano nelle cantine.
fonte: http://www.corriere.it