Il prezzo pagato dall’Italia per l’Amianto

Tremila vittime e più di 500 milioni di euro bruciati ogni anno: è l’amianto in Italia, nonostante sia stato bandito 23 anni fa. Almeno 300mila strutture da bonificare, una vergogna nazionale. L'inchiesta durata un anno, partita dall'esperienza di giornalismo civico di Cittadini Reattivi e pubblicata su Wired è proseguita coinvolgendo i cittadini ed è collegata alla petizione #AddioAmianto. La petizione con le 75.000 firme per chiedere trasparenza al Governo Renzi è stata consegnata a settembre 2016.












In Italia, ogni anno 3mila persone, otto al giorno, una ogni tre ore, muoiono di mesotelioma pleurico o di uno degli altri dieci tumori asbesto correlati.
Il dato arriva dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), ma non basta a descrivere quanto la fibra killer pesa sul presente e sul futuro.

Secondo il Fondo nazionale amianto il costo sociale è di almeno mezzo miliardo di euro l’anno. Ma questa strage è solo la punta dell’iceberg. Il numero di vittime causate dall’amianto, infatti, mostra un trend in crescita che, se non si procede con le bonifiche, dal 2020 rischia di diventare stabile per anni.

Il prezzo dell’amianto, in Italia un morto ogni tre ore

L’Italia è stato il primo consumatore di amianto in Europa e il secondo maggior produttore dopo l’Unione sovietica. Oggi, 23 anni dopo la messa al bando, questo materiale continua ancora a produrre un danno enorme: almeno tremila vittime e costi sociali di oltre 500 milioni di euro ogni anno. Questa cifra basterebbe da sola a coprire la bonifica dei siti a più alto rischio come scuole, ospedali, edifici pubblici e impianti sportivi frequentati ogni giorno da milioni di italiani.
Continua a leggere su Wired l’inchiesta di Rosy Battaglia

#AddioAmianto: le cinque misure per la trasparenza

1. Mappatura. Pubblicazione immediata in open data della mappa di tutti i siti a rischio censiti dalle Regioni anche se incompleta, insieme a una precisa e scadenzata road map per il completamento della mappatura nazionale.
2. Bonifica. Identificazione delle 373 aree ad alta frequentazione pubblica (scuole, impianti sportivi e infrastrutture) con la più alta priorità di rischio (classe di priorità del rischio 1) individuate dal ministero dell’Ambiente, per le quali sono richiesti interventi di bonifica urgente.
3. Finanziamento. Finanziamento del Piano nazionale amianto presentato a Casale l’8 aprile 2013 per il coordinamento e l’esecuzione degli interventi di bonifica e prevenzione accompagnati da una capillare azione di informazione delle popolazioni.
4. Epidemiologia. Pubblicazione obbligatoria in open data da parte delle Regioni dei dati aggiornati di mortalità e insorgenza di nuovi casi di malattie asbesto-correlate con dettaglio per comune e Asl.
5. Smaltimento. Unificazione delle procedure di controllo sull’inertizzazione e sullo smaltimento in discarica dell’amianto, sul modello di quanto già avviene a Casale Monferrato, per estenderlo a tutto il territorio nazionale.

fonte: http://www.habitami.it