La percezione fisica dei cambi climatici
Ogni
anno le catastrofi naturali provocano danni per 520 miliardi di dollari
e spingono 26 milioni di persone sotto la soglia di povertà. Dal 1996
si registra un tremendo aumento innaturale dei disatri: 11.000 eventi
estremi, e 530.000 vittime, 3300 miliardi di dollari i danni economici
solo tra il 1996 e il 2015. In Europa si sono registrati 70 mila morti a
causa dell’ondata di calore del 2003. L’Italia al 19esimo posto, nel
2015, con 174 morti e danni economici per oltre 2 miliardi di dollari.
Se non basta a convincervi che non possiamo più far finta di non vedere
quel che succede, andate a cercare in questa selezione certosina di
notizie quel che comporta per la banchisa artica un normale volo da
Londra a New York o i livelli del cambiamento faunistico della
Groenlandia: dove c’erano foche adesso pascolano tranquillamente mucche e
pecore.
La ventiduesima Conferenza delle Parti, tenuta a novembre 2016, è
arrivata ed è ripartita quasi senza lasciare tracce. In effetti ha
presentato ufficialmente l’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi, ma
le scarse prospettive di una azione decisiva per lottare efficacemente e
soprattutto in tempi brevi contro il cambiamento climatico in esso
contenute non sono state modificate. Anzi, la presenza di un Trump,
negazionista e non ambientalista, alla presidenza degli Stati Uniti è
sembrata, a gran parte dei commentatori, proiettare un‘ombra molto
negativa sulle aspettative emerse (e confermate dalla rapida ratifica
del trattato da parte di oltre cento paesi) solo pochi mesi fa. Sembra
soltanto che all’interno delle strutture sia stato concordato un piano
per aggiornare entro il 2018 gli obiettivi nazionali, comunicati
volontariamente (Gli NCD) prima dell’assemblea di Parigi. Quindi si può
solo sperare che la tenacia dei funzionari dell’Onu abbia ottenuto
qualche maggiore impegno durante i giorni di Marrakesh, ma è un lavoro
che dovrà essere moltiplicato nei prossimi mesi ed anni se veramente si
pensa che la sede Onu debba diventare il centro della strategia diretta a
non danneggiare ulteriormente il pianeta. Intanto continuano a far
notizia – ma non a suscitare reazioni massicce neanche nelle popolazioni
più direttamente colpite – nuovi o poco conosciuti meccanismi di danno
ambientale, come l’estrazione illegale di zaffiri nei paesi africani
oppure il contrabbando di sabbia, sempre più richiesta nei paesi che
strappano terre artificiali al mare. Inoltre, fenomeni ben conosciuti,
come la fuoriuscita del metano per lo scioglimento del permafrost (lo
strato di terra un tempo coperto da ghiacci perenni) vengono trascurati
senza esitazione, a causa delle pressioni esercitate dalle imprese che
maneggiano combustibili fossili: la Groenlandia può ancora essere
presentata come una terra liberata dai ghiacci che ritrova antiche
coltivazioni, mentre vi sono state individuate innumerevoli fratture per
la fuoriuscita del metano, predette da molti anni da un climatologo
come James Hansen. (segue)
Alberto Castagnola
fonte: http://comune-info.net