Pacchetto rifiuti: Europarlamento conferma le proposte della Commissione Ambiente

La votazione, a larga maggioranza, da parte dell'Europarlamento delle modifiche al pacchetto rifiuti proposto dalla Commissione Europea, nel 2015, va nella direzione di affermare una vera politica dell'economia circolare in Europa


















Il Parlamento ha approvato, a metà Marzo 2017, le modifiche al progetto legislativo sul cosiddetto pacchetto rifiuti proposto dalla Commissione Europea nel 2015. Le quattro risoluzioni approvate rappresentano la posizione negoziale del Parlamento in vista dei negoziati con il Consiglio dei Ministri UE, da cui dipenderanno le politiche di gestione dei rifiuti di tutto il continente europeo da qui al 2030 e di conseguenza l'affermazione di una vera economia circolare in Europa nei prossimi anni.
Quanto deciso dal Parlamento costituisce un miglioramento rispetto a quanto proposto dalla Commissione Europea, ma vediamo nel dettaglio le principali novità introdotte con il voto dei Parlamentari europei.
Rifiuti e imballaggio
Entro il 2030, almeno il 70%, in peso, dei cosiddetti rifiuti urbani (familiari e di piccole imprese) dovrebbe essere riciclato o preparato per il riutilizzo, ovvero, controllato, pulito o riparato; la proposta della Commissione europea prevedeva il 65%. Oggi i paesi EU, in media, giungono al 44%, vicino all’obiettivo comunitario del 50% che dovrebbe essere centrato entro il 2020.
Per i materiali di imballaggio, come carta e cartone, plastica, vetro, metallo e legno, si propone l’80% come obiettivo per il 2030, con obiettivi intermedi per ogni materiale nel 2025.
Smaltimento in discarica
Si potranno collocare in discarica non più del 5% dei rifiuti urbani entro il 2030, con la previsione di una proroga di cinque anni a determinate condizioni per gli Stati membri che, nel 2013, hanno collocato in discarica più del 65% dei loro rifiuti urbani. Gli step intermedi sono necessari visto che nel 2014 Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Svezia non hanno inviato rifiuti urbani in discarica, mentre Cipro, Croazia, Grecia, Lettonia e Malta ancora smaltiscono con questa modalità più di tre quarti dei propri rifiuti urbani.
Rifiuti alimentari
I rifiuti alimentari nell’UE sono stimati a circa 89 milioni di tonnellate, pari a 180 kg pro-capite annui: si stabilisce una riduzione dei rifiuti alimentari del 30% per il 2025 e del 50% entro il 2030. Si propone inoltre un obiettivo simile per i rifiuti marini.
Il voto degli Europarlamentari rappresenta la volontà di affermare i principi dell'economia circolare che rappresenta un'opportunità economica ma anche occupazione; infatti, il raggiungimento di questi obiettivi consentirebbe, in base a quanto valutato dalla stessa Commissione Europea, di creare 580mila posti di lavoro, con un risparmio annuo di 72 miliardi di euro per le imprese europee, grazie a un uso più efficiente delle risorse e quindi a una riduzione delle importazioni di materie prime.
I posti di lavoro potrebbero crescere sino a 867mila se all’obiettivo del 70% di riciclaggio si accompagnassero a livello europeo e nazionale anche misure ambiziose per il riuso, in particolare nell’arredamento e tessile. Solo in Italia si possono creare almeno 190mila nuovi posti di lavoro, al netto dei posti persi a causa del superamento dell’attuale sistema produttivo.

fonte: http://www.arpat.toscana.it