Test condotti dall’associazione europea dei riciclatori di materie
plastiche evidenziano problemi soprattutto con i rifiuti provenienti dal
Sud Europa.
Piccole quantità di polimeri degradabili, come le
bioplastiche, presenti nei flussi di materiali riciclati post-consumo,
possono avere un impatto negativo, anche rilevante, sul riutilizzo delle
materie plastiche, soprattutto in applicazioni sensibili come i film.
A lanciare l’allarme è Plastics Recyclers Europe
(PRE), la federazione europea dei riciclatori di materie plastiche, che
ha condotto test di filmatura utilizzando mille tonnellate rifiuti
plastici di diversa provenienza, acquistati nel Nord e Sud Europa.
Secondo l’associazione, c’è una forte discrepanza tra le materie prime seconde provenienti dal Sud Europa, contenenti quote significative di biopolimeri e quelle acquistate nei paesi nordici, sostanzialmente non affette dal problema.
I test - spiega PRE - sono stati condotti su un impianto industriale
ricavando prima plastica riciclata da rifiuti post-consumo (film PE di
qualità 98/2, 98% naturale, 2% colorato), poi trasformati in un film spesso 50 micron.
Mentre gli impianti di filmatura hanno trasformato senza problemi la
materia prima contenente plastica riciclata proveniente dal Nord Europa -
segnala l’associazione - quando si è estrusa la stessa resina con
riciclato proveniente dai paesi del Sud Europa si sono rilevati, con
regolarità, difetti nel film, quali punti neri e fori.
Per valutare le cause di imperfezioni e rotture del
film, sono state condotte analisi agli infrarossi, analisi termiche e
gascromatografia con spettrometro di massa, dalle quali sarebbe emersa
la responsabilità delle sostanze impiegate nella produzione di materie
plastiche degradabili, quali amido, polilattidi (PLA) e polibutilene
adipato co-tereftalato (PBAT). Anche se le difficolta di trasformazione
riguardano soprattutto i film più sottili, con spessore inferiore a 50
micron, i difetti hanno comunque un impatto estetico su tutti i prodotti
ottenuti con materiale riciclato contenente biopolimeri.
In base ai risultati della ricerca, PRE ritiene necessario separare i flussi
di plastiche tradizionali e plastiche degradabili - e non solo quelle
compostabili -, al fine di evitare contaminazioni che potrebbero
pregiudicare l’utilizzo di materiale riciclato nei film.
fonte: http://www.polimerica.it/