Food Coop, volontari al lavoro tra cibi e scaffali: il supermarket autogestito arriva in Italia

A Park Slope, New York, esiste dal '73. A Bruxelles da una settimana. In Francia da un anno. Da noi a fare da apripista sarà Bologna: prezzi bassi e qualità alta, grazie al contributo dei clienti-soci e senza sfruttamento. Un documentario lo racconta

























VOLERE talmente bene al proprio supermercato da andarci a lavorare qualche ora tutti i mesi, da volontari. Come tutti gli altri clienti, o meglio soci, perché funziona così. In cambio, il piacere di partecipare a un progetto collettivo e di comprare prodotti buoni, freschi ed etici a prezzi molto competitivi.

A Park Slope, New York, succede dal 1973 e quella di Food Coop è ormai una storia celebre. A Bruxelles succede da una settimana. In Francia da un anno e dopo il primo market di Parigi ne hanno aperti già 30 in diverse città. In Italia a fare da apripista sarà Bologna, con Camilla.

Funziona così. I consumatori sono anche soci della cooperativa, che non ha quindi tanti dipendenti quanti un normale supermarket, dato che i lavoratori sono gli stessi soci, perciò i costi di gestione sono più bassi che altrove. Aspettano i fornitori, mettono la merce sugli scaffali, organizzano il magazzino, stanno alla cassa, puliscono e riordinano, esattamente quello che va fatto in un normale negozio, ognuno per alcune ore, tre o quattro, al mese. Non è un'opzione: è la condizione per poter fare la spesa lì. Dove i prodotti sono di qualità, ma costano sensibilmente meno della media, senza che per questo vengano penalizzati i fornitori. Mettere insieme prezzi bassi e qualità alta senza per questo sfruttare qualcuno è la sfida.






 
Food Coop è anche il titolo di un documentario, che da metà novembre sarà sugli schermi dei cinema italiani. L'ha girato Tom Boothe, un americano che abita a Parigi, dove voleva creare un supermercato come quello di Park Slope. E ci è riuscito. Ha girato il film mentre studiava l'esperienza newyorkese, tradotta a Parigi nel supermercato cooperativo La Louve, aperto nel 2016, che oggi ha tremila soci e un negozio di 1500 mq e vanta molte imitazioni. Nate pure queste grazie allo stesso documentario, che è servito a spiegare il progetto in un tour così lungo ed esteso che ha portato all'apertura, la scorsa settimana, di Bees Coop a Bruxelles, con 1300 soci e una superficie di vendita da supermarket di medie dimensioni in città.

La prima tappa di Food Coop nelle sale italiane è fissata per il 14 novembre a Bologna. Lo ha portato Camilla, che non è una fanciulla ma la sigla di un collettivo di persone che vengono dalle esperienze dei Gas, Gruppi di acquisto solidale, e dei produttori agricoli indipendenti, operativi in città da diversi anni. Con l'obiettivo di creare anche qui un supermercato collaborativo, progetto al quale stanno lavorando da un anno e che aprirà le corsie nei primi mesi del 2018.

Alcuni dati. Park Slope Food Coop ha oggi 17mila soci, che svolgono il 75 per cento di tutto il lavoro necessario a gestire il supermercato e ogni mese si riuniscono in assemblea, dove ognuno ha diritto di voto. È aperto tutti giorni dalle 8 alle 22, sabato e domenica dalle 6, ha uno spazio dove poter lasciare i bambini e un giornale mensile, e prezzi, per 15mila prodotti diversi, mediamente inferiori del 20 per cento di quelli degli altri market. Per essere soci oltre al lavoro si dà alla cooperativa una piccola quota (per tutti i market è mediamente di un centinaio di euro) e il supermarket partecipativo a sua volta reinveste gli utili nell'attività e nel sostegno a iniziative simili.

In Belgio Bees Coop è partito in velocità: "Hanno presentato il progetto negli uffici equivalenti ai nostri ispettorati del lavoro e agenzia delle entrate, che l'hanno giudicato fattibile", Giovanni Notarangelo, uno dei primi promotori di Camilla, ha seguito la sua apertura e ora spiega come stanno procedendo a Bologna: "Qui prevedere che i soci di una cooperativa di consumo mettano a disposizione una quota di tempo, che facciano cose che sembrano lavoro ma non lo sono, non è semplicissimo, però un modo per farlo lo stiamo trovando. Per ora abbiamo 150 sottoscrittori, ma il primo incontro pubblico c'è stato solo pochi giorni fa. L'interesse è alto, da parte dei produttori come dei consumatori". 


fonte: www.repubblica.it