Dagli scarti nasce il lavoro, a Terni un’azienda giovane che prende la plastica e la ‘Rigenera’
La plastica che risorge. Casette della frutta, secchi, tappi, flaconi, che trovano una nuova vita passando per il recupero. Terni non è solo la città degli inceneritori, dei sacchetti abbandonati per strada, Terni è anche la sede di una azienda di primaria importanza – la terza in Italia per dimensioni – che ogni anno importa 10 mila tonnellate di plastica proveniente dalla differenziata e restituisce al mercato, come materia prima, 8,5 mila tonnellate di coriandoli. Plastica selezionata e triturata a freddo, senza nessuna emissione in aria.
Azienda in crescita La green economy di Rigenera, nata nel 2010, in un vecchio capannone dell’Annuatel, dà lavoro a 15 persone, fattura 4 milioni e mezzo e soprattutto apre scenari entusiasmanti. Rigenera conta di arrivare nel 2020 a 10 milioni e superare le 30 buste paga. Alle porte c’è un mondo tutto da costruire, ma possibile: i grandi sacconi di plastica tritata che partono da Terni, e vengono distribuiti in tutta Italia, potrebbero essere lavorati anche a Terni, dando luogo alle tanto attese verticalizzazioni. Un processo, quest’ultimo, solo in minima parte riuscito con l’acciaio, ma che invece potrebbe arrivare dai meno nobili rifiuti.
Non chiamateli rifiuti «Per favore non usate il termine rifiuti, perché sennò siamo guardati con sospetto. Anche perché noi di Rigenera utilizziamo materiale già selezionato», dicono i due amministratori dell’azienda dei coriandoli in plastica. Due ragazzi giovani con tanta voglia di fare: Alessio Virgili 39 anni, Gianluca Anticonome 33 anni. A Rignera il verde è su tutta la linea: sul tipo di produzione; sull’età delle maestranze: il più giovane ha 25 anni, il più anziano 44.
Ma come è nata Rigenera? «Non ci siamo inventati niente – raccontano Alessio e Gianluca – semplicemente siamo stati sempre appassionati sui temi del recupero e del riciclo dei materiali. Abbiamo pensato Terni potesse essere la sede giusta non solo perché è la nostra città ma perché impianti del genere hanno bisogno di vie di collegamento. Noi lavoriamo la plastica che arriva da tutta Italia».
Plastica in coriandoli Ma vediamola la catena di questa lavorazione. Sul piazzale vengono scaricati dai tir le grandi balle pressate di materie plastiche che hanno già subito una prima selezione. Vengono ulteriormente selezionate e quindi macinate, lo si fa introducendo i pezzi di plastica in una grande bocca da cui partono nastri e tubi. Il macinato viene sottoposto a un ciclo di lavaggio e ulteriormente selezionato in plastiche pesanti e leggere. I coriandoli vengono quindi posto in grandi sacconi che partono per le fabbriche di tutta Italia. Le scaglie serviranno per creare direttamente nuove cassette in plastica, nuovi secchi, innaffiatoi, cestini dei rifiuti, oppure daranno vita a pelletes granulo raffinato, materia prima per oggetti più complessi: oggettistica per ufficio, arredo urbano, pavimentazioni per manto erboso, tavoli e sedie da giardino, tubi per l’edilizia. In Umbria, ad Umbertide, c’è un’unica azienda in grado di fare queste lavorazioni.
Una novità nel territorio Alessio e Gianluca non si sentono dei geni della plastica ma degli innovatori per il territorio: «Per Terni e per l’Umbria è sicuramente una cosa nuova. Che può dare tante soddisfazioni sia in termine di occupazione che di Pil. La conoscenza della nostra azienda può far aumentare anche il senso civico di tutti noi, la differenziata non è solo una buona pratica ma ha scopi ben precisi e più è selettiva e più l’industria del recupero può ridurre passaggi di lavorazione e dar luogo a materia prima utile». Il prossimo obiettivo di Rigenera è quello di creare frammenti di plastica che abbiano strettissime parentele tra di loro, in base al colore e al polimero.
Monnezza “pulita” Tanta è la voglia di sfatare i luoghi comuni: «Se vogliamo fare crescere a Terni l’industria green – dicono Alessio e Gianluca – il primo passo è superare la cultura del sospetto che nasce dalla non conoscenza. Molti ritengono che tutto quello che ha a che fare con i rifiuti o il loro recupero sia fonte di guai. Non è assolutamente così. Se non ci fossero aziende del genere le discariche già sarebbero tutte sature. Aziende del genere, senza emissioni di Co2, danno valore economico a materiale che fino a pochi anni fa era piuttosto un costo per smaltirlo». Lasciando Rigenera, percorrendo la Marattana e vedendo la plastica gettata sui bordi della strada, viene proprio voglia di fermarsi e raccoglierla
fonte: www.umbria24.it