Rifiuti, a breve norma del Minambiente per sbloccare l’End of Waste

Il provvedimento servirebbe a stabilire rapidamente quando un rifiuto cessa di essere considerato tale, in attesa degli specifici decreti ministeriali






A chi spetta il rilascio delle autorizzazioni in materia di cessazione della qualifica di rifiuto? Secondo la legge italiana, come ha ricordato il Consiglio di Stato in una recente sentenza, solo al governo centrale. Ciò significa che per ogni classe di prodotto che non rientra già nelle indicazioni di riciclo dell’Unione Europea (come carta, plastica, ecc.) è necessario aspettare lo specifico decreto ministeriale “End of waste”. Decreto deve essere preparato, spedito a Bruxelles per la valutazione e quindi adottato dopo un certo periodo di stand-still. Un percorso lungo che sta rallentando molte delle virtuose realtà d’economia circolare nate sul territorio. Il caso del primo centro italiano per il riciclo dei pannolini – lo stesso su cui si sono pronunciati i magistrati di Palazzo Spada – ne è la prova lampante: nato in Veneto nel 2015 ha atteso oltre due anni la preparazione del regolamento sull’End of Waste.

Ma la sentenza del Consiglio di Stato ha messo in allarme molte amministrazioni locali, spaventate dal rischio che ora possa essere ammessa in discussione anche la legittimità delle autorizzazioni al recupero di materia da rifiuti concesse dalle stesse ad alcuni operatori secondo il sistema “caso per caso”. Per questo motivo, lo scorso maggio, Regioni e Provincie autonome hanno chiesto al Governo un intervento legislativo che facesse chiarezza sulla questione.

Intervento che potrebbe arrivare a breve dal Dicastero ambientale. A rivelarlo è il sottosegretario ai rapporti con il Parlamento Vincenzo Santangelo, rispondendo in commissione Ambiente della Camera a un’interrogazione di Fratelli d’Italia. Come spiegato da Santangelo, l’idea è quella di “un intervento normativo che disciplini le modalità – alternative all’emanazione di specifici decreti ministeriali e immediatamente utilizzabili sino alla data di entrata in vigore di questi ultimi – attraverso cui istituire meccanismi per la cessazione della qualifica di rifiuto «caso per caso». Meccanismi che diverranno dunque immediatamente operativi, senza ulteriori ritardi.

“L’intervento normativo consentirà, più precisamente, alle autorità competenti al rilascio delle autorizzazioni previste dagli articoli 208, 209 e 211 del decreto legislativo n. 152 del 2006, nonché alle autorizzazioni disciplinate dal titolo IlI-bis della parte seconda del predetto decreto, la facoltà di stabilire – previo espletamento di adeguate istruttorie – i criteri specifici per la cessazione della qualifica di rifiuto, da adottare in conformità alle condizioni fissate al comma 1 dell’articolo 184-ter, del Codice dell’ambiente”.


fonte: www.rinnovabili.it