Anche con le nuove formulazioni la plastica può rappresentare un rischio per ormoni e fertilità. A sostenerlo è la ricercatrice Patricia Hunt, già autrice di uno studio (datato 1999) che portò l’attenzione generale sugli effetti del BPA (Bisfenolo A) sull’equilibrio dell’organismo.
In seguito allo studio presentato dalla Hunt e dal suo gruppo di ricerca della Washington State University le industrie produttrici di plastica hanno eliminato il BPA dai prodotti, spinte dalle misure restrittive approvate nei vari Paesi, sostituendolo con il BPS. Tuttavia anche quest’ultimo materiale si sarebbe rivelato nocivo per la salute. In particolare avrebbe indebolito sperma e ovuli nei topi. Come ha sottolineato dalla stessa ricercatrice e dai suoi colleghi sulla rivista Current Biology:
Le agenzie che si occupano di regolamentare il settore e stabilire la sicurezza degli agenti chimici utilizzati non possono tenere il passo dell’introduzione di nuove sostanze chimiche.Con le attuali regolamentazioni è più facile e offre un più vantaggioso rapporto costi/effetti il rimpiazzare un agente chimico che suscita timori con uno dalla struttura analoga piuttosto che determinare gli attributi che ne rendono rischioso l’utilizzo.
Per quanto riguarda la sicurezza dei consumatori Hunt ha invitato a prestare la dovuta attenzione alla struttura e allo stato della bottiglia o del contenitore in plastica, che si raccomanda non presenti alcun tipo di danneggiamento fisico o di degrado legato alla “vecchiaia” del materiale.
fonte: www.greenstyle.it