Nel
seguente articolo scritto da Richard Horton pubblicato sulla rivista
scientifica The Lancet si parla di plastica negli oceani, si basa sul
lavoro di Geir Wing Gabrielsen a capo delle ricerche su eco-tossicologia
presso L’Istituto Polare norvegese. Sintetizzo alcuni dati:
2016
sono state prodotte 325 milioni di tonnellate di plastiche varie (le
principali sono polietilene, polipropilene, polivinil cloruro,
polistirene e poliuretano)
2017 ogni persona ha usato 43 kg di plastica all’anno,
viene riciclato soltanto il 14%
della
molta plastica che finisce negli oceani soltanto 1% galleggia in
superficie, il 5% finisce sulle spiagge, il restante 94% si deposita sui
fondali marini.
Sono
devastanti gli effetti sulla vita: gli uccelli marini muoiono con gli
intestini pieni e ostruiti di detriti di plastica, le plastiche sono
inquinanti crudeli, le superfici plastiche possono essere rivestite di
uno strato biologico nutritivo, le microplastiche emettono una sostanza
odorosa il dimetil solfuro che ne incoraggia l’ingestione..
Dal
punto di vista della salute umana viene citato un altro articolo
scientifico di Karin Mattsson et al, hanno visto che le nano particelle
di plastica (polistirene) sono in grado di penetrare la barriera
ematoencefalica dei pesci che se ne nutrono; in conclusione le nano
particelle di plastica entrando nella catene alimentari possono
danneggiare la specie umana
Qui sotto c’è un link con alcune diapositive di
Gabrielson, sintetizza i suoi dati, in particolare guardate la
diapositiva 8 /20, riporta la grandezza dei vortici di rifiuti di
plastica nell’oceano Pacifico = 20 milioni di chilometri quadrati
Poi tanto per non farci mancare nulla
https://www.bbc.com/news/uk-45770358
nel
link qui sopra c’è un articolo della BBC in cui ci informano che quando
laviamo in lavatrice tessuti sintetici – scrivono che i tessuti
peggiori sono quelli di poliestere, di acrilico e di nylon – detti
tessuti perdono minuscoli frammenti che finiscono nell’acqua: ogni volta
che laviamo tali tessuti in lavatrice si rilasciano circa 700mila
fibre; quando laviamo un giacchetto di pile verrebbero rilasciate un
milione di fibre. Queste fibre vengono ingerite da animali acquatici, in
questo modo entrano nelle catene alimentari. In uno studio inglese,
hanno trovato le citate fibre in ogni singolo campione di mitili
esaminato in acque britanniche.
Per
ridurre le quantità di fibre rilasciate suggeriscono di usare la
lavatrice a pieno carico/ a temperature basse/lavaggi di minor
durata/sapone liquido meglio che in polver/centrifugare a velocità più
basse/evitare di usare detergenti con pH alto e agenti ossidanti.
Per
produrre un kg di plastica ci vogliono due kg di petrolio greggio
(diapositiva 2/20 di Gabrielsen); in questa nostra era dei combustibili
fossili che hanno consentito la nostra società industrializzata ora
stiamo pagando conti molto pesanti per il loro uso.
Nadia Simonini
Rete Nazionale dei Comitati Rifiuti Zero