Nuatan, la bioplastica “naturale” che non danneggia i pesci

Materie prime rinnovabili e coloranti naturali: così prende vita la plastica biodegradabile e biocompatibile di Crafting Plastics Studio



















Il primo problema della plastica? I consumatori, e non solo per la mole di beni usa e getta che vengono preferiti alle alternative più durevoli. La cattiva gestione dei rifiuti è al cuore del dilagante inquinamento che in questi anni ha raggiunto anche i luoghi più sperduti del pianeta (leggi anche La plastica ha inquinato anche la Fossa delle Marianne). Allo stato attuale, tuttavia, le tecnologie di riciclo sono sempre in  grado di regalare al materiale una seconda vita al 100% sostenibile. Non tutti i polimeri, infatti, possono essere riciclati con facilità e spesso e volentieri la materia prima seconda non fornisce le prestazioni originali. Per questo, accanto a campagne di sensibilizzazione nei confronti dei rifiuti plastici, si stanno moltiplicando progetti per creare materiali alternativi a quelli di origine fossile che assicurino biodegradabilità e/o biocompatibilità.
Uno di questi è Nuatan, la plastica “naturale” creata da Crafting Plastics Studio.

In occasione del London Design Festival, lo studio ha presentato la propria speciale plastica biodegradabile, una miscela di due biopolimeri ottenuti da amido, zucchero e olio da cucina usato. Questo mix, spiegano i progettisti, permette di ottenere un prodotto più resistente delle attuali bioplastiche, assicurando una degradazione innocua quando è compostato o addirittura ingerito.
“I problemi causati dalle plastiche convenzionali a base di petrolio stanno diventando sempre più evidenti: l’elevato consumo di energia / risorse, e l’inconfondibile inquinamento ambientale non devono più essere ignorati”, si legge sul sito di Crafting Plastics Studio. “Un’ampia analisi sulla direzione della produzione e del consumo eccessivo ci orienta verso l’idea che la biodegradabilità possa inaspettatamente risolvere un altro problema: la ricerca costante di novità, il consumo delle ultime tendenze e l’acquisizione aspirazionale che definisce il sistema capitalista come lo conosciamo”.


Nuatan è il risultato di sei anni di ricerca condotta con scienziati dei materiali presso l’Università tecnologica slovacca. È composto da acido poliacidico (PLA) e poliidrossibutirrato (PHB). I due ingredienti vengono miscelati secondo una ricetta, coperta da brevetto, per creare il nuovo materiale che può essere stampato a iniezione, in 3D o soffiato come le plastiche tradizionali.
I progettisti sostengono che Nuatan possa resistere a temperature di oltre 100 gradi Celsius senza perdere l’integrità. “Per la prima volta, un materiale biodegradabile completamente a base naturale può essere considerato come un concorrente in termini di proprietà e processabilità”, affermano. Non solo biodegradabile, ma anche biocompatibile. “Si può degradare anche all’interno del corpo umano o degli animali”, ha aggiunto la stilista Vlasta Kubušová, del team di Crafting Plastics Studio. Tuttavia, il costo di produzione del materiale deve scendere prima che Nuatan possa essere utilizzato su larga scala.
Per ora i primi prodotti realizzati con la bioplastica naturale sono montature di occhiali di lusso, che vengono colorati con pigmenti naturali come scarti di caffè o curcuma.

fonte: www.rinnovabili.it