Il Ministro dell’Ambiente tedesco Svenja Schulze (nella foto) ha illustrato ieri un piano in cinque punti per ridurre i rifiuti plastici e favorirne il riciclo, puntando in parte su norme restrittive o incentivanti, in parte su impegni volontari, il tutto accompagnato da una campagna di sensibilizzazione all’insegna del "No ad una società usa e getta”.
Il primo punto del piano è evitare la produzione di articoli e imballaggi non strettamente necessari, anche sostenendo - a livello governativo - il divieto che la UE sta introducendo all’utilizzo di alcuni articoli monouso in plastica, come le stoviglie, attraverso una proposta di direttiva; questo perché - ha spiegato il ministro - l’introduzione di restrizioni o divieti deve essere decisa a livello europeo, e non da un singolo paese. A livello nazionale, invece, saranno avviati con esercenti e grande distribuzione progetti su base volontaria per la riduzione degli imballaggi monouso, come già fatto in passato per i sacchetti della spesa, che ha portato ad un taglio di un terzo in due anni.
Il secondo punto riguarda la la progettazione sostenibile di imballaggi e prodotti in plastica, il cosiddetto eco-design. Dal 1° gennaio 2019 - ha dichiarato Schulze - i contributi versati dai produttori al sistema duale per la raccolta e riciclo degli imballaggi dovranno tener conto dei criteri ambientali: pagheranno quindi meno gli imballaggi più facili da riciclare o realizzati con plastiche rigenerate.
Sarà anche favorito il riciclo di materie plastiche, con i target sugli imballaggi che dal 1° gennaio dell’anno prossimo passeranno dal 36% al 58,5%, per salire ulteriormente al 63% a partire dal 1° gennaio 2022. Saranno anche varate iniziative per favorire la domanda di plastica riciclata coinvolgendo l’intera filiera (produttori, distributori e riciclatori) al fine di aumentare la qualità dei materiali; il settore pubblico sarà chiamato a dare il buon esempio con gli appalti verdi (GPP).
Il quarto elemento del piano riguarda il trattamento dei rifiuti organici, evitando la contaminazione con plastiche non pienamente compostabili, attraverso campagne di educazione rivolte ai cittadini e requisiti più severi in materia di qualità del compost.
Infine, l'ultimo punto riguarda l’inquinamento degli oceani (marine litter), attraverso un maggior impegno del Ministero dell’Ambiente per evitare la dispersione di rifiuti plastici e finanziare - con una dote di 50 milioni di euro a partire dal prossimo anno - progetti internazionali e l’esportazione di tecnologie per la pulizia dei mari dai rifiuti plastici.
fonte: www.polimerica.it