Rinnovabili: “L’Italia recepisca subito le norme su autoconsumo collettivo e comunità energetiche”

Una lettera al ministro dello Sviluppo economico, promossa da Italia Solare e sottoscritta da Anev, Greenpeace, Legambiente, Kyoto Club e WWF, chiede l'immediato recepimento da parte dell'Italia degli articoli 21 e 22 della direttiva europea sulle rinnovabili.

















È urgente l’immediato recepimento delle norme in materia di autoconsumo e comunità energetiche della Direttiva 2001/2018/UE (pdf) sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, e nello specifico degli articoli 21 e 22 che sono elementi essenziali per lo sviluppo di una vera generazione distribuita e pulita.
La richiesta al governo la sottoscrivono le associazioni Anev, Greenpeace, Italia Solare, Legambiente, Kyoto Club e WWF, con una lettera al ministro dello Sviluppo economico Luigi di Maio (allegata in basso).
Poiché in Italia, a differenza di altri Paesi europei, manca ancora completamente un quadro normativo che consenta di dare un significato economico a comunità di energia rinnovabile e, in generale, a forme di produzione e consumo collettivo di energia – sottolineano le associazioni– il recepimento degli articoli 21 e 22 non deve attendere ulteriormente, ma diventa urgente e prioritario.
Ricordiamo che l’articolo 21 della direttiva parla di autoconsumo elettrico collettivo. In particolare è stato stabilito che è possibile produrre, accumulare e vendere energia con un modello da uno a molti (one to many). Ad esempio in un condominio, un impianto fotovoltaico installato sul tetto potrà fornire elettricità ai diversi appartamenti, cosa che oggi è vietato fare in Italia, visto che l’unica forma ammessa di autoconsumo è quella da un unico impianto a un solo consumatore finale.
L’articolo 22, in sintesi, prevede poi che diversi soggetti/utenti possano unirsi in comunità delle rinnovabili basate sull’autoconsumo elettrico e sulla condivisione dell’energia prodotta, con le stesse comunità in grado di utilizzare le reti esistenti di distribuzione, pagando i relativi oneri.
Il quadro normativo italiano sull’autoconsumo è dunque, spiegano le associazioni, ancora costituito da disposizioni frammentarie e disorganiche incapaci quindi di dare segnali di lungo periodo agli investitori e di spingere fonti pulite e smart grids.
Dopo avere sottolineato il rallentamento di questi ultimi 5 anni nello sviluppo delle rinnovabili in Italia, le associazioni ricordano che anche gli attuali strumenti di supporto contro la povertà energetica sono complessi e inefficaci, mentre le comunità di energia rinnovabile potrebbero costituire uno strumento molto efficace per le situazioni di disagio sociale, sia in termini di garanzia della fornitura energetica sia in termini di opportunità occupazionali nei territori.
Anche per raggiungere gli obiettivi indicati per il 2030 dal Piano Energia Clima, le associazioni firmatarie auspicano l’urgente recepimento di tutta la direttiva, sfruttando l’imminente legge di Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione Europea.
Come obiettivo minimo chiedono, almeno, l’adeguamento immediato attraverso tale provvedimento alla nuova normativa in materia di autoconsumo e comunità di energia rinnovabile degli articoli 21 e 22.

fonte: https://www.qualenergia.it