I fumi della centrale a carbone infestano il
cielo. Migliaia di ulivi sono stati da poco
espiantati per fare spazio al prolungamento del
gasdotto Trans Adriatic Pipeline, che Snam sta per costruire.
Incombe pure la minaccia di due nuovi impianti
turbogas, sebbene a pochi chilometri di distanza ci sia un sito di interesse
nazionale tra i primi in classifica per mancate bonifiche. Proprio qui, nel
brindisino, da una scuola di provincia parte il cambiamento e l’innovazione.
A MESAGNE, poco più di 26 mila abitanti, da
qualche giorno è nata la prima Climate change school accreditata dalle Nazioni
Unite. Mentre i leader mondiali si preparano al summit sul clima organizzato
dall’Onu a New York, il liceo scientifico del piccolo così è nato il
portaleemergenzaclimatica.it, una sorta di archivio di documenti inerenti al
clima. Li supporta il professore Michele Carducci, ordinario di Diritto
costituzionale comparato e di Diritto climatico, nonché legale della campagna
“Giudizio Universale”, attraverso cui in autunno associazioni e singoli
cittadini intendono fare causa allo Stato italiano per il disinteresse verso i
cambiamenti climatici.
È in questo fervore che nasce l’idea del
professor Gagliani di acquisire ulteriori
competenze. “Navigando sul web –spiega al
Fatto–mi sono accorto che la Harwood Education, in Inghilterra, promuoveva un
pacchetto formativo accreditato dall’Onu per diventare Climate change teacher e
l’ho fatto”.
IL PROGETTO è stato ideato da un’educatrice e una
terapista.
Grazie a una partnership con l’Istituto per la
formazione e la ricerca delle Nazioni
Unite (Unitar), è stato realizzato un programma
didattico sui cambiamenti climatici, con l’obiettivo di formare almeno un
docente per ogni istituto.
La collaborazione con il ministero dell
’Istruzione britannico ha favorito un’ampia
partecipazione. Estesa anche al resto del mondo. Cinque
corsi e 15 esami online consentono ai docenti di tutto il mondo di ottenere l’attestato.
Dopo Mesagne, anche un’altra scuola veneta si è
accreditata. Il professor Gagliani intende organizzare conferenze
interdisciplinari, sia nelle ore scolastiche sia in quelle pomeridiane. E spera
che presto il clima venga inserito nei programmi ministeriali.
“Spesso - sostiene - si associa il cambiamento
climatico solo all’inquinamento e non alle migrazioni e alle conseguenze sulla
salute e sulla vita soprattutto di donne e minori. Per non parlare delle
metamorfosi che inevitabilmente subiscono le città”. Anche il dirigente
scolastico, Aldo Guglielmi, si dice soddisfatto:
“ La nostra è un’azione concreta nel piccolo -
racconta - vorrei che i miei studenti
facciano delle scelte di campo e decidano da
quale parte stare. La speranza –conclude –è di diventare un esempio per il
territorio e un modello per gli altri istituti”.
fonte: www.ilfattoquotidiano.it