L’inaspettato compito dei batteri nella depurazione biologica



























Cosa vi frulla per la testa quando sentite la parola “microrganismi”?
Quali sono le emozioni che evoca questo vocabolo? Sensazione di sporco e
terrore delle più disparate patologie, non è vero? E se invece fossero
proprio i microrganismi a favorire alcune opere di decontaminazione delle nostre acque? È proprio questo quello che succede nel processo della depurazione biologica.  



L’acqua che viene utilizzata per attività civili, agricole o
industriali, e che quindi ha mutato la propria qualità diventando
inidonea per il consumo umano (regolamentata dal Decreto Legislativo 2
febbraio 2001, n. 31), viene chiamata “refluo” e deve necessariamente
subire una serie di processi atti a poterne permettere il
riutilizzo.                                




      Trattamenti di depurazione

Possiamo suddividere i trattamenti che si susseguono in quella che viene
chiamata “linea acqua” in: preliminari, primari, secondari e terziari. 


        Trattamenti preliminari

I trattamenti preliminari hanno il compito di eliminare i rifiuti più
grossolani che potrebbero arrecare danno all’impianto di depurazione.


        Trattamenti primari

I trattamenti primari sono caratterizzati dalla sedimentazione e servono
per rimuovere i solidi sospesi (attraverso l’utilizzo di una vasca a
fondo conico).


        Trattamenti secondari

I trattamenti secondari hanno lo scopo di degradare la sostanza organica.


        Trattamenti terziari

I trattamenti terziari servono principalmente a ridurre la presenza di
nitrati e fosfati  che potrebbero causare danni ad alcuni ecosistemi
(quale per esempio quello marino) provocando il fenomeno che viene
chiamato
“eutrofizzazione”.                                                     


      Il ruolo dei microrganismi della depurazione biologica

Dunque quand’è che agiscono questi indispensabili
microrganismi?Soprattutto nei trattamenti secondari, laddove, in
particolare i batteri, come suddetto, convertono le sostanze inquinanti
in una serie di composti non dannosi.

Naturalmente i batteri che intervengono  si differenziano in base alle
condizioni ambientali che si presentano. I generi più abbondanti sono
sicuramente Flavobacterium, Bacillus, Pseudomonas, Nitrosomonas e
Nitrobacter. In questa fase le sostanze organiche complesse vengono
convertite in sostanze inorganiche più semplici, come: CO2, H2O, NH4+,
NO2– NO3–. Questi processi avvengono in ampie vasche in cui è favorita
l’ossigenazione (necessaria per i batteri aerobi) ma viene limitato il
mescolamento che invece sfavorirebbe i sedimentanti formatisi.


      Trattamento a “fanghi attivi”

È affascinante il fatto che già i ricercatori del primo ‘900, tra cui
Karl Imhoff, notarono l’importanza dei microrganismi nella depurazione
delle acque, ideando quello che viene ricordato come trattamento a
“fanghi attivi”, frutto dell’adattamento e della selezione di specie
batteriche appropriate alla trasformazione del liquame.

Anche nei trattamenti terziari, intervengono i batteri. Nella
denitrificazione, i batteri eterotrofi facoltativi come Pseudomonas
denitrificans, Paracoccus denitri ficans, Thiobacillus denitrifcans
trasformano i nitrati NO3 in azoto molecolare N2. Nella defosfatazione
invece, i batteri eterotrofi fosfo-accumulanti come Acinetobacter spp.
tendono naturalmente ad accumulare fosforo sotto forma di polifosfati.

È dunque bene accostare sempre la conoscenza dei microrganismi patogeni
e dannosi per lo sviluppo in campo medico, biologico e diagnostico alla
consapevolezza della loro straordinaria efficacia nei più svariati ambiti.


        Fonti

  * https://www.isprambiente.gov.it <https://www.isprambiente.gov.it/>
  * https://www.arpacampania.it <https://www.arpacampania.it/>
  * https://guardiacivica.it/sito/documenti/acquereflue.pdf
  * https://www.ruwa.it <https://www.ruwa.it/>
  * https://www.stacque.com <https://www.stacque.com/>
  * https://www.camera.it <https://www.camera.it/>



fonte: https://www.microbiologiaitalia.it