Buone notizie per il nostro Paese. Ancora in aumento la produzione nazionale dei rifiuti speciali che, nel 2017, sfiora i 140 milioni di tonnellate (quasi il 3 per cento in più rispetto al 2016). Cresce solo la produzione di quelli non pericolosi (+3,1 per cento), mentre rimangono stabili quelli pericolosi (+0,6 per cento, corrispondente a 60 mila t). I rifiuti complessivamente gestiti aumentano del 4 per cento e l’Italia si conferma leader nel riciclo segnando un +7,7 per cento delle quantità avviate a recupero di materia ed una diminuzione dell’8,4 per cento di quelle destinate allo smaltimento.
A svelare i dati è la XVIII edizione del Rapporto Rifiuti Speciali 2019, il report annuale dell’ISPRA/SNPA che fornisce un quadro di informazioni oggettivo e puntuale sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali pericolosi e non.
Nel 2017 i rifiuti importati (oltre 6 mln di t) sono stati il doppio di quelli esportati (3 mln di t). La quantità maggiore arriva dalla Germania (quasi 2 mln di t, dei quali il 96 per cento rifiuti metallici), seguita da Svizzera (con oltre 1 mln di t), Francia (824 mila t) e Austria (733 mila t). I rifiuti di metallo importati sono destinati al riciclaggio, principalmente in acciaierie localizzate in Friuli Venezia Giulia e in Lombardia.
Il 68 per cento dei rifiuti esportati (poco più di 2 mln di t) appartengono alla categoria dei non pericolosi e il restante 32 per cento (circa 1 mln di t) a quella dei pericolosi.
Il maggior contributo alla produzione complessiva arriva dal settore delle costruzioni e demolizioni, che con oltre 57 mln di t, concorre al 41 per cento del totale prodotto. Le attività di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale rappresentano il 25,7 per cento del totale (quasi 36 mln di t), l’insieme delle attività manifatturiere il 21,5 per cento (quasi 30 mln di t).
A livello di macroarea geografica è il Nord che produce più rifiuti speciali, quasi 81 mln di t (pari, in termini percentuali, al 58,3 per cento del dato complessivo nazionale), seguito dal Sud con quasi 33 mln di t (23,7 per cento) e dal Centro con circa 25 mln di t (18 per cento del totale nazionale). La Lombardia produce il 22,2 per cento del totale dei rifiuti speciali generati (30,8 mln di t) seguita dal Veneto e dall’Emilia-Romagna con circa il 10 per cento della produzione nazionale (rispettivamente pari a 15,1 mln di t e 13,7 mln di t).
Gli impianti di gestione dei rifiuti speciali operativi sono 11.209 di cui 6.415 situati al Nord, 2.165 al Centro e 2.629 al Sud. In Lombardia sono localizzate 2.176 infrastrutture, il 20 per cento circa del totale degli impianti presenti sul territorio nazionale. Gli impianti dedicati al recupero di materia sono 4.597 (41 per cento del totale).
Circa 20,2 mln di tonnellate di rifiuti speciali sono utilizzati, in luogo delle materie prime, all’interno del ciclo produttivo in 1.307 impianti industriali. Tali stabilimenti riciclano il 20 per cento del totale dei rifiuti recuperati a livello nazionale.
Il recupero di rifiuti inorganici riguarda oltre 54 mln di t (quasi il 37 per cento del totale gestito). Derivano, prevalentemente, dalle attività di costruzione e demolizione (44,8 mln di t) e sono generalmente utilizzati come rilevati e sottofondi stradali. Le operazioni di recupero di metalli e di rifiuti organici rappresentano, rispettivamente, il 13,6 per cento e l’8,4 per cento del totale gestito.
Circa 2 mln di t di rifiuti speciali sono coinceneriti in impianti industriali in sostituzione dei combustibili convenzionali, mentre l’incenerimento interessa più di 1 mln di t. Sono smaltiti in discarica 12 mln di t di rifiuti (l’8,2 per cento del totale gestito) di cui circa 10,9 mln di t di rifiuti non pericolosi e 1,2 mln di t di rifiuti pericolosi.
fonte: www.lastampa.it