Riconvertire l’ex ILVA di Taranto in un Polo delle energie rinnovabili per rilanciare il Sud

Il possibile abbandono di ArcelorMittal dell'acciaieria ex ILVA di Taranto potrebbe essere l’occasione di un vero rilancio del Sud Italia aumentando l’occupazione, la salvaguardia dell’ambiente e la salute delle persone. Un'utopia? Assolutamente no.




Il possibile abbandono di ArcelorMittal dell'acciaieria ex ILVA di Taranto potrebbe essere l’occasione di un vero rilancio del Sud Italia aumentando l’occupazione, la salvaguardia dell’ambiente e la salute delle persone. Dopo anni di inquinamento, morti, sfruttamento e devastazione ambientale, finalmente sarebbe ora di un progetto sensato e sano, per la popolazione di Taranto e per il Sud, costretto ad accettare un modello industriale fallimentare e nocivo. Per ottenere eccezionali risultati basterebbe fare un piano di riconversione dell’ ex ILVA trasformandola in un Polo delle energie rinnovabili.

Un progetto del genere avrebbe un campo di applicazione vastissimo. L’Italia paese del sole infatti incredibilmente non è ai primi posti in Europa per la diffusione delle energie rinnovabili, che invece dovrebbero essere utilizzate massicciamente in tutte le loro molteplici funzioni. Sarebbe un grande segnale di riconversione industriale verso tecnologie utili e necessarie e che potrebbe poi indicare la strada a molti altri progetti simili. In un colpo solo l’Italia si ritroverebbe all’avanguardia nella lotta ai cambiamenti climatici.

Per il Polo delle energie rinnovabili ci sarebbe una diffusione enorme in tutto il Sud Italia che scoppia di sole e di vento e dove potrebbero essere installati centinaia di migliaia di impianti Made in Sud; così come un tempo c’era l’Alfasud, ora ci sarebbe il Solar Sud. Non solo quindi impianti da installare ovunque ma anche migliaia di installatori, migliaia di educatori ambientali da formare che vadano ovunque nelle scuole, negli edifici pubblici, nei negozi, nelle case private a spiegare l’importanza del risparmio energetico e delle energie rinnovabili e facciano da indispensabile supporto per la diffusione dei prodotti del Polo. E la diffusione non sarebbe solo in tutto il Sud e nel resto dell’Italia ma anche guardando al resto del mondo. Finalmente la capacità, l’inventiva, la creatività italica si esplicherebbe con quelle materie prime che abbiamo in abbondanza e ci farebbero diventare una vera e propria Potenza Solare che brillerebbe a livello internazionale. In questo modo non solo sarebbero velocemente riassorbiti tutti gli attuali diecimila lavoratori dell’ ex ILVA, dapprima per la bonifica del luogo e poi per la sua trasformazione ma ne servirebbero anche molti altri per le ulteriori varie occupazioni che seguirebbero.

Come si finanzia un piano del genere? Con i fondi europei che ci sono per riconversioni di questo tipo e poi utilizzando una parte dei soldi non più regalati dallo Stato alla fonti fossili che in Italia finanziamo ogni anno per più di 18 miliardi di euro. Visto che la situazione dei cambiamenti climatici è drammatica e il futuro è quello delle energie rinnovabili, quale occasione migliore per agire in questa direzione.

Abbiamo tutto, le competenze, le conoscenze, le tecnologie, i soldi, basta volerlo fare ed è la soluzione migliore da ogni punto di vista: politico, sanitario, ambientale, occupazionale, economico e sociale.

Paolo Ermani

fonte: www.ilcambiamento.it