Pneumatici Fuori Uso: intervista a Roberto Bianco, presidente di Greentire

Presente e futuro della gestione degli Pneumatici Fuori Uso, i cosiddetti PFU, alla luce del nuovo decreto commentato da Roberto Bianco di Greentire.




Il nuovo decreto (DM 182/2019) che regola gli Pneumatici Fuori Uso (PFU) ha raccolto, complessivamente, pareri positivi dai consorzi che si occupano della gestione di questa tipologia di rifiuti. Tuttavia esistono ancora delle problematiche, non risolte, in questo settore. Proprio per approfondire le novità del DM 182/2019, e avere una panoramica completa del trattamento e gestione degli pneumatici fuori uso, abbiamo rivolto alcune domande a Roberto Bianco, presidente di Greentire, Società Consortile che si occupa di ritiro e gestione di PFU.

Dottor Bianco, ci può spiegare in modo sintetico come avviene in Italia la gestione e smaltimento dei PFU e qual è il ruolo di Greentire?


Nel 2011 una normativa ha affrontato la problematica con un decreto basato sulla responsabilità estesa dei produttori e importatori. Nel corso degli anni successivi, il decreto ha manifestato alcune criticità, cui si è tentato di ovviare con l’emissione di un nuovo atto nell’aprile del corrente anno. In termini pratici, l’utente che si reca da un gommista a cambiare gli pneumatici, acquistando quelli nuovi paga un contributo ambientale che permette il recupero di quelli che si lasceranno al gommista, in quanto a fine vita. Quel contributo ambientale perviene a chi ha incarico di gestire le operazioni di recupero: tipicamente società consortili come Greentire, ma la legge permette ad un produttore od un importatore, se desiderato, di provvedere autonomamente. Le specializzazioni sottese a tali attività, però, fanno sì che non siano molti i soggetti che decidono di gestire autonomamente gli PFU.

Greentire, tra le società di gestione, ha una mission che la caratterizza, ossia tentare di ottenere il maggior recupero di materia possibile dagli PFU, in luogo del recupero di energia.

Quali sono i numeri della raccolta e del riciclo dei PFU in Italia?

Non ci sono dati “ufficiali”, ma ragionevolmente si stimano circa 350.000 / 380.000 tonnellate di pneumatici che arrivano annualmente a fine vita. I numeri del riciclo variano significativamente tra gli operatori, anche perché fino ad oggi non esistono criteri vincolanti ed univoci per determinare ciò che è effettivamente recupero di materia e ciò che, invece, magari lo può essere formalmente, ma non nella ratio.

Fonte: Greentire Roberto Bianco Presidente Greentire


Ci sono a suo avviso dei margini di miglioramento per quanto riguarda il settore dei PFU?

Certamente. Il nuovo decreto ha migliorato, come dicevamo, alcune criticità, ma resta molto altro da fare. A titolo esemplificativo, oggi è permesso recuperare il 100% degli PFU come energia pur mantenendo un contributo ambientale simile od uguale a chi effettua il 50% , o più, di recupero di materia. Ciò non mi sembra giusto, essendo il recupero di materia molto più oneroso. Un ulteriore miglioramento sarà consentito dal decreto End of waste che conferirà la giusta “dignità” ai prodotti derivati. E, si spera, contribuirà anche a modificare l’approccio mentale a detti prodotti che, ancora oggi, vengono considerati nella accezione negativa di derivati da rifiuti. Un importante contributo, poi, potrebbe derivare anche da cam (criteri ambientali minimi) sempre più diffusi e relativi a sempre più prodotti.

Il nuovo decreto sui PFU va a toccare due aspetti molto importanti per i consumatori: la riduzione del contributo ambientale e maggiori controlli sugli acquisti degli pneumatici online. Che cosa ne pensa?


Ne penso tutto il bene possibile, quantomeno in linea di principio. Sarà importante, ora, una verifica nei fatti. Credo sia opportuno precisare che le vendite “on line” non sono certamente “il male” ma uno strumento; è l’utilizzo che, a volte, viene fatto dello strumento a creare problemi.

Per quanto riguarda invece le novità introdotte per chi si occupa di gestione e smaltimento di PFU, come Greentire, come valuta il nuovo decreto?

Credo che dalle mie risposte precedenti si possa desumere il punto di vista di Greentire. Apprezziamo alcune modifiche del nuovo decreto e ne attendiamo la verifica pratica. Siamo delusi che non si sia potuto “fare di più” su temi quali la premialità su risultati di recupero di materia. Sospendiamo il giudizio su altri temi che, dai dati in nostro possesso, non ci sembrano condivisibili, pronti a promuoverli ove i fatti dimostrassero che quanto sancito dal decreto dovesse essere aderente alla realtà ed alle necessità, percentuali di raccolta per macroaree in primis.

Un’ultima domanda, infine, sulla situazione economica: la crisi derivante dal coronavirus ha avuto e avrà in futuro ripercussioni sul settore dei PFU?

Una ripercussione l’ha già certamente avuta in quanto un recente emendamento ha, in sostanza, accorpato la raccolta degli anni 2020 e 2021, con tutte le conseguenze pratiche del caso. Per quel che riguarda Greentire, il periodo marzo / aprile non ha determinato significative flessioni della raccolta o, quantomeno, non certo delle dimensioni che molti settori hanno avuto. In ogni caso, conoscendo le necessità della nostra filiera, ci siamo impegnati per far sì di ridurre al minimo tale variazione.


fonte: www.greenstyle.it



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