Crocco, il packaging rinasce dal riciclo

Crocco, azienda veneta leader nel settore dell’imballaggio flessibile, genera un nuovo packaging al 60% riciclato. L’AD Zelcher “con sistema efficiente di raccolta si verrebbero a creare economie di scala enormi che ripagherebbero dal punto di vista economico e ambientale”



Il nuovo packaging dell’azienda veneta Crocco Spa si posiziona in piena economia circolare: generato per il 60 % da materia derivante da riciclo, il nuovo imballaggio in plastica prodotto dall’azienda ha superato le richieste dell’UE, che entro il 2030 ha fissato come obiettivo il riciclo del 55 % degli imballaggi in plastica.

Lo speciale packaging ha ottenuto la certificazione di conformità per l’utilizzo del marchio Plastica Seconda Vita per film termoretraibili neutri e stampati, quelli che sono utilizzati per l’imballaggio delle bottiglie, e che possono quindi contenere fino al 60 % di plastica riciclata proveniente da post consumo oppure dal 30% fino al 60 % di plastica riciclata Mix Eco, una miscela di scarto industriale e post consumo.

Al progetto hanno lavorato R&D Team e una “nuova figura sostenibile” la Corporate Sustainability Expert, un ingegnere chimico di 28 anni donna: una professionalità chiave nello sviluppo in ottica green delle imprese e dei prodotti.

“Questa nuova soluzione” spiega Renato Zelcher, AD di Crocco “presenta diversi impatti positivi. Il primo è verso l’ambiente, perché il riciclo significa che si utilizza un materiale, o almeno una sua buona parte, più volte anziché una e questo comporta anche un’automatica riduzione della CO2 immessa nell’atmosfera”. “Il secondo” continua Zelcher “è che per chi utilizza il nostro packaging perché può comunicare al proprio cliente finale l’abbassamento del proprio impatto”.

Il packaging da Plastica Seconda Vita sarà in grado di garantire all’acquirente, sia essa impresa, PA o consumatore finale, il rispetto del regolamento dell’Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo e l’utilizzo di materiale riciclato con relativa rintracciabilità. Il tutto certificato da un ente terzo, SGS Italia, che prevede, come da regolamento, una sorveglianza continua della correttezza del processo.

“Questa ulteriore garanzia per il consumatore” spiega Zelcher “si inserisce nel più ampio progetto di Crocco per la sostenibilità del packaging plastico denominato Greenside, per cui grazie ad un processo di Eco design collaborativo, riusciamo a fornire un packaging limitando al massimo l’impatto ambientale, addirittura arrivando ad avere un impatto zero dal punto di vista delle emissioni di CO2.”

Proprio durante l’emergenza Covid-19, il packaging in plastica è stato riscoperto come materiale essenziale per garantire la salubrità degli alimenti, e per il consumatore è ormai facile riconoscere quale plastica si stia comprando e quale sia il suo l’impatto sull’ambiente.

Crocco durante il lockdown ha visto la parte commerciale lavorare in smart working, come prescritto dai DPCM, mentre la produzione, essendo l’azienda inserita nelle filiere agroalimentare e farmaceutica, ha proseguito con le misure di sicurezza il lavoro per soddisfare l’aumento di ordini. Tra marzo e aprile si è registrato un picco nel settore della GDO e ovviamente anche il farmaceutico ha avuto un aumento significativo.

La sfida del futuro sarà come garantire prodotti plastici rigenerati post consumo a prezzi competitivi sul mercato. “Il primo passo è migliorare la raccolta perché è l’operazione a monte di tutto il processo “afferma l’AD di Crocco Zelcher, che conclude “con un sistema efficiente di raccolta e selezione, prima, e di riciclo poi, si arriverebbe ad avere del materiale riciclato di qualità a prezzi concorrenziali, creando delle economie di scala enormi che ripagherebbero dell'investimento sia da un punto di vista economico ma anche e soprattutto ambientale”.

fonte: www.lastampa.it



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