A Bologna la biblioteca degli oggetti da prendere in prestito



L’idea è semplice quanto geniale. E pure sostenibile e green. Si chiama “Biblioteca degli oggetti” ed è nata quattro anni fa sotto le Torri dall’associazione Leila. Un posto dove si può prendere in prestito una vasta gamma di oggetti di uso comune e non. Come un’idropulitrice, un videoproiettore, la macchina per fare il pane - per citare quelli più gettonati - ma pure un bongo, una tenda da campeggio, una playstation, una tuta da sci.

Solo che questo posto finora è stato itinerante. Da oggi invece, col taglio del nastro alle 18 in via Serra 2/ g, alla Bolognina, avrà una casa che resterà aperta per tre giorni a settimana (lunedì, mercoledì e venerdì dalle 16 alle 18). Una vetrina per gli oggetti disponibili al prestito, dove condividere anche talenti ed esperienze.

«Siamo nati nel 2016 - spiega Antonio Beraldi, 40 anni da compiere, nella vita educatore in una comunità di accoglienza - ispirati da un’esperienza berlinese. Volevamo innescare una piccola rivoluzione culturale che investisse il modo di pensare delle persone: non c’è bisogno di possedere gli oggetti, solo di utilizzarli».

Ora si potrà prenderli e provarli, a patto di associarsi al costo di 20 euro l’anno e di contribuire portando un proprio oggetto che, allo scadere dei 12 mesi, torna nelle mani del proprietario. La durata del prestito, invece, è di un mese.

«Tanti nella vita - continua Berardi - comprano un trapano, che mediamente si usa per non più di 8 minuti l’anno. C’è chi vuole provare la centrifuga, prima di decidere se fa per lui. Mentre le tende da campeggio, che al massimo si usano un mese l’anno, sono perfette per Leila. Ma c’è anche una signora che viene da Roma in auto a trovare il nipote e da noi si appoggia per il seggiolino».

Un capitolo a parte sono gli oggetti per la prima infanzia che si possono tenere fino a sei mesi, dal marsupio al tiralatte. Ma la sede è pure l’occasione per concretizzare l’altra vocazione di Leila: la condivisione di saperi e strumenti. «Abbiamo creato anche un laboratorio, aperto ai soci e in tempi di Covid su prenotazione, in cui si possono costruire oggetti. Noi oltre al tavolo da lavoro mettiamo a disposizione la sega circolare, il trapano a colonna, il traforo elettrico, la levigatrice e saldatrice, tutto gratuitamente per i soci».

Inoltre ci sarà la possibilità di frequentare laboratori di falegnameria, vetreria e serigrafia, con artigiani esperti che hanno dato la propria disponibilità (partono già da oggi ma sono soldout). Di condivisione in condivisione, negli spazi di Leila nascerà pure un piccolo coworking, con sei posti fissi e, nello spirito del luogo, due temporanei, che potranno essere affittati a settimana.

«Lo spazio è del Comune, lo abbiamo ottenuto tramite bando. Dovevamo aprire a inizio 2020, ma poi c’è stato il Covid e diversi lavori non preventivati. Per questo lanciamo un crowdfunding sulla piattaforma Ginger, abbiamo bisogno di un nuovo computer per gestire i prestiti, due motori che ci consentano di alzare le serrande e perfino di un water».

fonte: www.repubblica.it

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