Microplastiche in frutta e verdura. Lo studio dell’Università Catania fa sorgere nuovi interrogativi. L’articolo di FreshCutNews


Riceviamo volentieri e pubblichiamo questa nota sulla presenza di microplastiche nel cibo pubblicata sul sito FreshCutNews insieme a una lunga intervista a una delle autrici della ricerca, Margherita Ferrante. È doveroso sottolineare che il riscontro di micro- e nanoplastiche nella frutta e nella verdura è importante, ma non bisogna essere allarmisti. Dopo avere appurato la presenza di queste particelle, il problema è fare una seria valutazione del rischio effettivo. La stessa autrice dello studio precisa che si deve ancora “dimostrare quale sia il reale danno che viene dalle microplastiche e, soprattutto, se questo danno ci sia”.

Come dire, noi le abbiamo trovate, ma fino a quando non ci sarà una valutazione del potenziale rischio non bisogna strumentalizzare la notizia. Ferrante precisa che è in corso uno studio sui pesci e che una ricerca simile è stata fatta tempo fa sull’acqua minerale riscontrando anche in quel caso la presenza di micro- e nanoplastiche. Un gruppo di ricercatori italiani ha trovato microplastiche all’interno di frutta e verdura



Un gruppo di ricercatori italiani ha trovato microplastiche all’interno di frutta e verdura


Uno studio, per la prima volta al mondo, riporta le concentrazioni di microplastiche (grandezza inferiore a 10 micrometri, ovvero 10 millesimi di millimetro) contenute in mele, pere, patate, carote, lattuga e broccoli. La scoperta sconcertante è che le microplastiche, una volta degradate dal terreno, sono assorbite dagli ortaggi, entrano nella parte edibile di frutta e verdura e vengono assunte dall’uomo. I dati raccolti dalla ricerca condotta dal gruppo del Laboratorio di Igiene ambientale e degli alimenti dell’Università di Catania, mostrano una contaminazione variabile. Con dimensioni medie da 1,51 a 2,52 micrometri, queste microplastiche degradate hanno una presenza media variabile da 223 mila a 52 mila particelle per grammo di vegetale in frutta e verdura. L’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha già chiesto alla Commissione Europea un primo passo verso una futura valutazione dei potenziali rischi per i consumatori derivanti dalla presenza di micro- e nanoplastiche negli alimenti.

“Abbiamo potuto realizzare questo studio – spiega Margherita Ferrante, docente di Igiene generale e applicata all’Università di Catania, nonché direttrice del laboratorio – grazie ad un nuovo metodo di analisi brevettato quest’anno, che ci permette di analizzare particelle piccolissime delle dimensioni inferiori ai 10 micrometri fino a 100 nanometri. Fino ad ora non si era riusciti ad osservare microplastiche di dimensioni più piccole del mezzo millimetro”. 



Tra i vegetali analizzati, la lattuga è quella con la minore concentrazione di microplastiche

Già con un livello di osservazione più approssimativo, era stato accertato che ingeriamo microplastiche per l’equivalente del peso un bancomat a settimana (5 grammi circa alla settimana, circa 21 grammi al mese). “Con questa nuova ricerca apprendiamo che la plastica che ingeriamo è anche di dimensioni finora non esplorate se si considerano le particelle più degradate e quindi quasi invisibili – precisa Margherita Ferrante – Tra gli ortaggi e la frutta analizzata, le mele sono quelle che ne assorbono una maggior quantità. Per ogni grammo di frutta ci sono 3 microgrammi di plastica. La lattuga, per contro, è quella che presenta meno microplastiche nella sua composizione: 0,7 microgrammi per ogni grammo di prodotto. Adesso stiamo cercando di calcolare il peso effettivo della materia inerte sul totale del prodotto vegetale e stiamo per chiudere anche una ricerca analoga sulle specie ittiche che prospetta risultati sicuramente interessanti”.

Tra le plastiche più presenti rinvenute dentro gli ortaggi analizzati, ci sono il polietilene e il polistirolo che sono i materiali più usati in agricoltura, nelle serre, ad esempio, per le pacciamature, o ancora, nei vivai. La ricerca è stata pubblicata nei giorni scorsi con il titolo “Micro and nano-plastics in edible fruit and vegetables. The first diet risks assessment for the general population” sulla rivista di settore Environmental Research (Elsevier).

Articolo di Mariangela Latella publicato su FreshCutNews

fonte: www.ilfattoalimentare.it


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