Per 7 italiani su 10 i contenitori per la raccolta dei rifiuti sono troppo piccoli

Secondo quanto emerge da una ricerca condotta da OnePoll per DS Smith, il 71% degli italiani ha riempito almeno una volta al mese i contenitori per la raccolta differenziata dei rifiuti, a causa del maggior tempo passato in casa (60%) e dell’aumento degli acquisti e-commerce (35%).










I contenitori per la raccolta differenziata sarebbero ormai diventati troppo piccoli per le abitudini di consumo degli italiani. E’ quanto emerge da una ricerca condotta da OnePoll per DS Smith, azienda che opera nel settore del packaging sostenibile, secondo cui il 71% degli italiani ha riempito almeno una volta nell’ultimo mese i contenitori per la raccolta differenziata dei rifiuti, non avendo più spazio per conferirne di nuovi.
La pandemia Covid-19 e i relativi lockdown hanno pesantemente influito su questo fattore: il 60% degli intervistati dichiara che l’aumento della produzione di rifiuti riciclabili sia stata generata dal maggior tempo passato in casa per via delle restrizioni, mentre il 35% indica tra le cause anche l’aumento degli acquisti in Rete. Un italiano su tre, invece dà anche una motivazione più “ecologica” legato all’aumento della raccolta differenziata, e cioè uno sforzo maggiore per differenziare e conferire correttamente i rifiuti per l’avvio a riciclo.
Con l’85% degli italiani che dichiara di aumentare o mantenere il livello di acquisti on-line anche al termine delle restrizioni, e l’affermarsi dello smart working come modalità di lavoro anche nella nuova normalità, questa situazione è destinata a rimanere in via permanente. Per questo, il 64% degli italiani vorrebbe poter contare su contenitori più capienti, in grado di ospitare tutti i rifiuti conferiti a livello domestico.
Avere contenitori più grandi farebbe anche bene all’ambiente: il 15% dei rispondenti ammette infatti – a contenitori pieni – di buttare i rifiuti rimanenti nell’indifferenziata, non permettendone così il corretto riciclo.
In particolare, dall’inizio della pandemia gli italiani riportano un aumento delle seguenti tipologie di rifiuti prodotte a livello domestico: imballaggi per lo shopping online (48%), imballaggi per la farina (40%), contenitori per l’asporto dai ristoranti (34%) e contenitori per il sapone per le mani (34%).
Questa situazione crea frustrazione negli intervistati, con il 58% dei rispondenti che è in imbarazzo per la quantità di rifiuti prodotti, in buona parte (40%) perché pensa di crearne troppi. Gli italiani sono anche preoccupati dell’impatto dei rifiuti sull’ambiente (92%) e sul servizio di raccolta dei rifiuti, con il 45% preoccupato per una gestione non corretta, che vanificherebbe gli sforzi condotti per differenziare i rifiuti. Infine, il 78% concorda sul bisogno di maggiori informazioni e trasparenza su ciò che può e ciò che non può essere riciclato.
"Shopping on-line e lavoro da casa erano fenomeni già diffusi prima della pandemia, ma le restrizioni dovute alla diffusione del Covid-19 hanno drammaticamente accelerato queste tendenze” ha commentato Mike Harrison, Recycling South Region Managing Director. “Molti di questi cambiamenti sono destinati a diventare permanenti, comprese le abitudini di riciclo, per cui dobbiamo assicurarci che il sistema di raccolta dei rifiuti permetta di avviare il processo di riciclo dai flussi domestici di quanto più materiale possibile”.

fonte: www.greencity.it


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