Tessile ed economia circolare: nuove opportunità da cogliere nel post Pandemia





Il settore tessile può giocare un ruolo molto importante nella partita per la transizione ecologica. Il post pandemia offre lo spunto per nuovi modelli di business orientati ad un’economia circolare. Ecco come il comparto tessile è chiamato ad accettare e vincere le nuove sfide, rilanciando così l’economia dopo il Covid.

Già in epoca pre-pandemica il comparto tessile era entrato a far parte dei nuovi settori che guardano all’economia circolare. Ora, nuovi modelli di business post pandemici danno l’opportunità di fare molto di più. Vista l’importanza del ruolo che questo settore può avere nella transizione ecologica, ecco una panoramica dello stato attuale, nel mondo, in Italia e in Europa, dello stato dell’arte dell’industria tessile, dei passi ancora da compiere e dei vantaggi a cui questi possono portare.

Economia circolare e ambiente: a che punto è il settore tessile dopo il COVID?

Una delle principali tematiche riguardanti l’economia circolare è quella del recupero dei rifiuti. È da questo aspetto, dunque, che possiamo iniziare a tracciare un quadro generale. A oggi, ecco cosa accade agli scarti del settore tessile a livello mondiale:

l'87% finisce in discarica o incenerito
il13% viene riciclato, per prodotti di valore inferiore
solo l'1% vien trarformato in nuovi abiti.

La situazione in Italia è descritta dall’ultimo rapporto “L’Italia del riciclo 2020”, di Fondazione Sviluppo Sostenibile, secondo cui il totale del rifiuti tessili è così destinato:

Il 68% viene riutilizzato
Il 29% viene riciclato
Il 3% viene smaltito.

Indipendentemente dal Paese, la situazione attuale è profondamente influenzata dalle conseguenze della pandemia. Capi invenduti e magazzini saturi lasciano presagire una imminente, grande produzione di rifiuti tessili che, se solo venissero riutilizzati, salverebbero una cifra corrispondente a più di 100 miliardi di dollari l’anno, oltre a salvaguardare l’ambiente.

I vantaggi dell’economia circolare nel tessile

Se il modello di business dell’economia circolare fosse sposato dal settore tessile in toto, i vantaggi, per l’economia e per l’ambiente, sarebbero enormi:
creazione di nuovi posti di lavoro nelle strutture di raccolta, selezione e riciclaggio;
riduzione dei costi di gestione e smaltimento dei rifiuti tessili;
abbassamento dei costi dei materiali, dovuto alla maggior disponibilità di tessuti;
minore utilizzo di risorse non rinnovabili;
una riduzione dell'inquinamento prodotto dal comparto (meno emissioni di gas serra, miglioramento delle acque ecc.);
risoluzione del problema dell’esportazione dei rifiuti tessili all’estero, pratica sempre più ostacolata e difficile.

Come favorire la transizione ecologica nel comparto tessile

Dal rapporto della Fondazione Ellen MacArthur "The circular economy: a transformative Covid-19 recovery strategy", emerge come, per la transizione del settore tessile verso un’economia circolare, sia importante elaborare un quadro normativo e fiscale che vada in questa direzione.
Ci sono, ad esempio, molti Paesi che concedono sgravi fiscali alle imprese che si impegnano nella raccolta differenziata di rifiuti tessili. In Italia e in Europa sono diverse le azioni che spingono verso i valori di un’economia circolare, incoraggiando la regolarizzazione della raccolta di rifiuti tessili urbani e auspicando la creazione di sistemi di responsabilità estesa al produttore in materia di rifiuti.
A riprova della sua sensibilità verso il tema, la Commissione Europea ha pubblicato la Roadmap per la definizione della strategia europea per i prodotti tessili in Europa.

Ma la riciclabilità dei capi non ha a che fare soltanto con il loro fine vita: essa parte dalla progettazione. Per questo motivo il ruolo del design è importantissimo per realizzare capi appositamente studiati per essere riutilizzati e reinventati a lungo. Durata dei materiali e metodi di produzione sono alla base della responsabilità che i designer hanno in materia di transizione ecologica. Anche gli investimenti che guardano a questa direzione, come quelli in strutture di raccolta e in ricerca, sono importanti e urgenti. Senza uno sguardo globale e che abbracci l’intera filiera, l’economia circolare non può che restare un’utopia che trova riscontro soltanto parziale nel quotidiano.

fonte: www.nonsoloambiente.it


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