Licenziamenti collettivi e discariche

BRUXELLES  - La Commissione europea ha deferito oggi l'Italia alla Corte di giustizia dell'Unione Europea per non aver adottato misure al fine di attuare adeguatamente la legislazione Ue in tema di licenziamenti collettivi e ha chiesto a giudici di Lussemburgo di condannare Roma ad una multa di 56 milioni di euro per il mancato rispetto della sentenza con cui il nostro paese era stato già riconosciuto colpevole per centinaia di discariche illegali e omessi controlli nella gestione dei rifiuti.

Per quanto riguarda il primo aspetto, la direttiva 98/59/CE obbliga i datori di lavoro che prevedono di effettuare licenziamenti collettivi di procedere a consultazioni con i rappresentanti dei lavoratori al fine di giungere a un accordo.

Nelle consultazioni, ricorda Bruxelles in una nota, devono essere esaminate le possibilità di evitare i licenziamenti collettivi o di ridurre il numero di lavoratori interessati, nonchè di attenuare le conseguenze dei licenziamenti ricorrendo a misure sociali di accompagnamento intese in particolare a facilitare la riqualificazione e la riconversione dei lavoratori licenziati. La legislazione e la giurisprudenza italiane escludono attualmente i dirigenti dalle garanzie procedurali legate all'informazione e alla consultazione dei rappresentanti dei lavoratori sul posto di lavoro.

Secondo la Commissione europea, questa esclusione costituisce non solo una discriminazione ingiustificata contro i dirigenti stessi, ma può anche, in certi casi, determinare un indebolimento
ingiustificato della tutela di altre categorie di lavoratori sul posto di lavoro. In particolare, può rendere più difficile raggiungere la soglia di licenziamenti richiesta dalla legge per attivare la procedura di informazione e consultazione. Da qui la decisione di deferire l'Italia alla Corte di giustizia Ue.

Sul tema dei rifiuti si tratta invece di una vicenda che si trascina da anni. Su proposta del commissario per l'Ambiente Janez Potocnik, si legge in una nota, l'Esecutivo europeo ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia Ue per il mancato rispetto di quanto già stabilito in materia di gestione delle discariche e dei rifiuti dalla stessa Corte con una sentenza dell'aprile 2007. "I problemi sussistono ancora in quasi tutte le regioni italiane - si legge nella nota - e le misure in vigore non sono sufficienti per risolvere il problema a lungo termine".

La Commissione Europea con la decisione odierna sollecita quindi l'Italia ad agire "urgentemente" per bonificare centinaia di discariche illegali e incontrollate di rifiuti. In particolare le discariche da bonificare, secondo Bruxelles sono ancora 255, di cui 16 contenenti rifiuti pericolosi. Nonostante gli impegni presi dalle autorità italiane nel 2007, sottolinea ancora la Commissione nella sua nota, "solo 31 discariche problematiche saranno bonificate entro la fine del 2012. Un calendario completo per l'ultimazione dei lavori è stato programmato unicamente per 132 discariche. Inoltre, la Commissione non dispone di informazioni da cui risulti che l'Italia abbia istituito un sistema di controllo adeguato per evitare l'apertura di nuove discariche illegali.

Nella decisione presa oggi dall'Esecutivo europeo, Bruxelles, oltre alla multa forfettaria da 56 milioni di euro, chiede alla Corte di imporre all'Italia un'ammenda giornaliera di 256 mila 819,20 euro per il periodo che eventualmente trascorrerà tra una seconda sentenza di condanna da parte dei giudici del Lussemburgo (dopo quella arrivata nell'aprile 2007) a quando i motivi a base dell'infrazione non saranno stati del tutto eliminati.