Alcuni ricercatori lanciano un ultimo appello per salvare la Banca del Germoplasma di Bari. Le antiche varietà di semi sono un patrimonio che potrebbero salvare l'agricoltura. Ma i semi, custoditi dal Cnr, sono minacciati dall'incuria...
A Bari c'è una Banca a rischio. Una banca più importante di quelle finanziarie. Contiene infatti oltre 84.000 specie di semi di origine antica, una varietà genetica che non è solo testimonianza, ma è una risorsa per il futuro dell'agricoltura. Secondo il dr. Pietro Perrino del Cnr, e con lui altri ricercatori, c'è in gioco il futuro della nostra agricoltura. Dopo il sequestro da parte della procura, non c'è stata la riparazione degli impianti. E alcune voci, non verificate, dicono che oggi a Bari stiano provvedendo a bruciare i semi per evitare controlli che svelerebbero la cattiva conservazioni del germoplasma.
La banca dei semi di Bari è l'unica in Italia, la seconda in Europa e tra le prime dieci nel mondo su un totale di 1470. Conserva 84.000 accessioni (campioni) di germoplasma, appartenenti a più di 60 generi e più di 600 specie di piante coltivate e specie selvatiche affini (parenti strette di quelle coltivate), minacciate da erosione genetica e/o estinzione.
Nel 2002, con la ristrutturazione del CNR, è stato messo a rischio il germoplasma della Banca. Grazie all'intervento dell'ex P.M. Marco DINAPOLI della Procura della Repubblica di Bari, la Banca è sopravvissuta dal 2004 al 2009. La procura aveva accertato che le collezioni di germoplasma, come conseguenza di una cattiva gestione della Banca da parte del CNR, avevano subito un notevole danno, consistente in un significativo ed irreversibile abbassamento della germinabilità (vitalità) di un'alta percentuale dei semi, cioè nella morte di un elevato numero di semi di ciascun campione di tutte le collezioni e significativo invecchiamento precoce di molti semi rimasti vivi e ancora recuperabili attraverso una loro rigenerazione.
Erano venute meno le condizioni di conservazione, con le celle frigorifere, che avevano interrotto il funzionamento.
Nel decreto di dissequestro, del 26.10.2009, dell'ex P.M., la prescrizione più stringente era di provvedere immediatamente alla rigenerazione di tutte le collezioni, pena la morte di tutti i semi.
Ma attuali autorità giudiziarie hanno ignorato le relazioni della Consulenza Tecnica e non esistono prescrizioni. Il nuovo P.M. dott. XX ed il suo GIP dott. YY hanno archiviato il procedimento penale per ipotesi di danneggiamento dei semi, istruito dall'ex P.M. dott. DINAPOLI. Insomma, i semi stanno morendo, c'è un'emergenza, ma viene archiviato tutto ed eliminata la prova del delitto. Bocciando, così, anche tutto il lavoro svolto dalla precedente autorità giudiziaria.
Dopo l'accorpamento il direttore non ha provveduto a riparare gli impianti. "Dal 2003 le temperature delle camere di conservazione da zero grado a meno venti sono salite. I danni ci sono, difficili quantificarli" commenta Perrino.
"La mancata riparazione ha determinato un danno al germoplasma. Pur essendo stato sotto sequestro è stato restituito al CNR". Il patrimonio è faraonico: nell'istituto di Bari c'è una collezione mondiale di diverse varietà di frumento, fava, pisello, cece, cicerchia, carciofo, peperone, pomodoro.
"Nel 2009 c'è stato il dissequestro e la restituzione con diverse prescrizioni" ha commentato il direttore in carica dell'Istituto, secondo cui la germinabilità sarebbe superiore al 90% . Ma i ricercatori credono che le cose stiano diversamente. Ad oggi non si è fatto abbastanza per mettere al sicuro i semi e per permettere la moltiplicazione del gesmoplasma, ovvero per la messa in campo delle specie per la riproduzione dei semi, la cui conservazione sarebbe precaria.
"C'è un trattato Fao sulla salvaguardia delle risorse genetiche, i finanziamenti dovrebbero servire a questo. Ma vengono usati in altro modo. I semi stanno morendo e hanno bisogno di essere rigenerati" ha spiegato Perrino.
La diversità genetica, è indispensabile per risolvere problemi agricoli. Gli agricoltori che si occupano di agricoltura biologica o conservativa hanno interesse a utilizzare queste specie o varietà antiche. Ma adesso, a causa di malcelate tendendenze per favorire gli ohm o a causa della semplice incuria viene messe a rischio una cultura millenaria.
Gli agricoltori, per millenni, dall'origine dell'agricoltura, attraverso la selezione hanno creato migliaia di varietà adatte a sistemi agricoli a basso impatto ambientale, hanno cioè aumentato l'agrobiodiversità e creato un serbatoio di risorse genetiche vegetali, minacciato dall'avvento dell'agricoltura industriale. Senza le attività di salvaguardia delle banche di germoplasma questo patrimonio sarebbe stato completamente eroso.
La Rivoluzione Verde, responsabile dello sviluppo di sistemi agricoli industriali ad alto impatto ambientale e basati sulle monocolture l'uso di varietà molto omogenee, rappresenta una minaccia continua alla biodiversità, sia di quella conservata ex situ (nelle banche di germoplasma) sia di quella conservata in situ (aree di origine). È per questo che quasi tutte le banche di germoplasma sono state fondate negli anni Sessanta e Settanta, cioè subito dopo che organismi internazionali, come la FAO, e studiosi di tutto il mondo, incominciarono a notare e denunciare l'alta erosione genetica determinata dalla Rivoluzione Verde. In questo contesto gli ogm hanno la strada libera per potersi inserire nel mondo agricolo e alimentare. Un tale sovvertimento degli ordini naturali non è mai avvenuto nella storia dell'umanità
fonte: http://www.aamterranuova.it