La tecnologia applicata al lavoro, se ben gestita, comporta risparmi di tempo e denaro. Sono alcuni risultati della Ricerca dell'Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano (www.osservatori.net), presentata al convegno “Smart Working: ripensare il lavoro, liberare energia” presso il Politecnico di Milano.
I benefici. A livello di singola azienda si stima un aumento di produttività del lavoratore che, a seconda delle situazioni, arriva fino al 50%, con un aumento medio valutabile intorno al 25%. Se si considerano le sole grandi imprese con oltre 500 dipendenti e si ipotizza un incremento pari al 10% del telelavoro per impiegati, quadri e dirigenti (130.000 persone in Italia), un aumento di produttività medio del 25% si traduce in un beneficio in termini di costo del lavoro pari a circa 1,7 miliardi di euro.
Inoltre, all’aumentare del numero di telelavoratori si può riprogettare l’organizzazione delle strutture e, attraverso un consolidamento degli spazi, si riduce così anche il costo dei beni immobili. Tale beneficio sarebbe ancora più elevato se si estendessero i confini dell’analisi anche alle aziende sotto i 500 dipendenti e alla Pubblica Amministrazione. A livello di Sistema Paese la diffusione del telelavoro potrebbe portare ad una significativa riduzione degli spostamenti e quindi delle emissioni di anidride carbonica. In Italia 9 milioni di occupati (dirigenti, quadri e impiegati) utilizzano i mezzi di trasporto per raggiungere il luogo di lavoro e di questi il 75,5% usa l’auto. Se il 10% lavorasse da casa in telelavoro per 100 giorni all’anno, si avrebbe una riduzione della produzione annua di CO2 di oltre 307.000 tonnellate e le persone risparmierebbero tempo negli spostamenti (per il sistema nel suo complesso 47 milioni di ore all’anno) e denaro (complessivamente 407 milioni di euro all’anno).
fonte: http://www.nonsprecare.it