QUANDO A BRUCIARE SONO LE SCORIE RADIOATTIVE

La notizia è trapelata a stento e quasi nessuno ne ha parlato. La notte del 23 ottobre, a Parona, nel Pavese, un apparecchio costruito con piombo ed uranio impoverito stava per essere bruciato nell'inceneritore quando, per fortuna, i dispositivi di controllo hanno bloccato l'inceneritore.
Per fortuna! Chissà cosa sarebbe successo se l'apparecchio radioattivo fosse passato!
Sarebbe successo esattamente quello che è successo a Vicenza, nel 2004, quando la Beltrame bruciò un bidone di cesio 137. O quello che accadde a Sarezzo, nel Bresciano, dove nel 2007 vennero scaricati e fusi rottami provenienti dal Mar Caspio. Quando le scorie arrivarono in un impianto di recupero in Val Seriana, nel Bergamasco, gli allarmi impazzirono: nel tir c’erano tracce di cesio 137. Forse quello che accadde nel 97 all’Alfa Acciai di Brescia, quando la fusione accidentale di cesio 137 provocò danni all’ambiente e allo stabilimento.
Questi sono solo alcuni casi. Sempre più spesso si sentono voci di inceneritori, in tutta l'Italia, che si bloccano all'improvviso per i sensori anti-radiazioni. Ma i delinquenti stanno alzando il tiro e sempre più spesso le scorie sono dentro contenitori di piombo.
Quasi mai queste notizie riescono a filtrare e nessuno le conosce.
Quanti rifiuti radioattivi saranno stati bruciati negli inceneritori?
E quanti ne saranno finiti nelle discariche?


Umbria verso Rifiuti Zero