ITALIA “RINUNCIATARIA” NEL RICICLO DELLA PLASTICA


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Oggi al mondo si consumano ogni secondo 1.031 barili di petrolio, ovvero 159.000 litri. Per quanto tempo ancora si potrà far fronte ad una domanda sempre maggiore? Arriverà il giorno in cui la produzione di petrolio raggiungerà un picco per poi inesorabilmente diminuire con un conseguente aumento dei prezzi. C'è chi ritiene che il picco di produzione si raggiungerà tra una trentina d'anni, chi, invece, sostiene che sia stato già raggiunto negli anni tra il 2005 e il 2010.
Nel 2012 in Europa il 24% della plastica è stato riciclato, il 26% è stato incenerito ed il restante 50% è andato in discarica.
Sarà possibile continuare a produrre plastica per bruciarla o metterla in discarica?
C’è chi ipotizza per il futuro una vera “guerra” per accaparrarsi la plastica che gettiamo nei rifiuti, dalla quale uscirà vincente solo chi si sarà dotato degli strumenti idonei al recupero di materia, al riciclo dei rifiuti e al loro riutilizzo.
Per ora nello studio “Da rifiuti a risorse. Il futuro nella gestione delle plastiche”, presentato lo scorso 20 settembre ad Ischia, viene evidenziato come i paesi europei siano diventati “diversamente riciclatori, intermediari o rinunciatari” (con l’Italia presente in quest’ultimo campo) e abbiano sempre più importato materiali prodotti con riciclato di dubbia origine, con un impatto negativo sia per l’economia che per la salute.

Umbria verso Rifiuti Zero