Per non continuare a essere dipendente dalle importazioni, l’Europa ha bisogno di un cambiamento sistematico nell’uso e nel riciclo delle risorse, che servirebbe ad aumentarne la competitività e contribuirebbe a costruire un’economia europea sostenibile. Secondo una stima recente, infatti, l’Unione Europea potrebbe ridurre l’importazione di materie prime necessaria a far girare l’economia di circa il 25% a parità di produzione entro il 2020.
L’economia ne trarrebbe beneficio e la crescita del PIL porterebbe anche la creazione di nuovi posti di lavoro, tra 1,4 e 2,8 milioni. A ciascun cittadino europeo è associato un consumo medio di 25 tonnellate annue di minerali e di metalli. Solo in Italia, per avere un'economia sostenibile dovremmo utilizzare 360 milioni di tonnellate di risorse, mentre il consumo attuale arriva a 1 miliardo. L’impiego di materie prime nel nostro Paese, quindi, dovrebbe essere ridotto a un terzo.
L’UNEP ha presentato le “Linee Guida per le strategie nazionali di gestione dei rifiuti. Dalle sfide alle opportunità”, realizzate dal Centro di Tecnologia Ambientale Internazionale (IETC-UNEP) e dall’Istituto delle Nazioni Unite per la Formazione e la Ricerca (UNITAR), in cui si sottolinea che una corretta ed efficiente gestione dei rifiuti costituisce una vera e propria miniera d’oro. Una tonnellata di rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE), contiene tanto oro quanto 5-15 tonnellate di minerale aurifero, e quantità di rame, alluminio e metalli rari che superano di gran lunga i livelli che si riscontrano nei minerali grezzi, tanto da affermare che i circuiti stampati sono “probabilmente il flusso di metalli più ricco che tu possa mai trovare”.