I RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) sono rifiuti potenzialmente pericolosi e si caratterizzano per un’alta possibilità di recupero. Perché non farlo allora? La sensibilizzazione al corretto smaltimento di questo tipo di rifiuti è una strada obbligata per far crescere le quantità raccolte e ridurre l’impatto ambientale. Sulla base di questi presupposti, bisogna guardare avanti con ottimismo, consci però del fatto che l’impegno comune da parte di tutti i cittadini ed aziende e dei soggetti coinvolti nella gestione dei RAEE dovrà aumentare ancora in futuro. Non si tratta solo di un auspicio ma di una richiesta specifica dell’Unione Europea che, attraverso la nuova Direttiva del 4 Luglio 2012 n.19, impone un drastico miglioramento nei livelli di raccolta per tutti gli Stati Membri. Ecco allora che la nuova Direttiva può davvero rappresentare per il nostro Paese l’occasione giusta per migliorare l’attuale situazione. Di fronte a noi quindi ci sono questi nuovi ambiziosi traguardi, per raggiungere i quali nel volgere di pochi anni l’Italia dovrà prima raddoppiare e poi triplicare gli attuali risultati di raccolta. Si tratta di una sfida importantissima, che mette in gioco tutto il nostro relativamente giovane sistema di gestione dei rifiuti elettronici, ma che può determinare positive ricadute sui territori, in termini economici, occupazionali e ambientali.
Gli Stati membri devono recepire la direttiva entro il 14 febbraio 2014. Speriamo sia un’occasione per dare un nuovo impulso ad un sistema che fino ad ora non ha dato grandi risultati.
Purtroppo di tutto questo non si sente nemmeno parlare ed il rischio che l’Italia si presenti ancora una volta in ritardo è reale. Un vero peccato perché oltre al fattore ambientale, dal 2014 l’Europa metterà a disposizione, con il programma di finanziamenti Horizon 2020, oltre 3 miliardi di euro per la ricerca e lo sviluppo anche nel settore del riciclo..
Presentarsi pronti all’appuntamento sarebbe stato anche un ottimo affare.