Consumano poco ma contengono sostanze pericolose, come il mercurio. Per questo c’è bisogno di smaltirle nei modi adeguati. Le lampadine
fluorescenti hanno lunga vita ma prima o poi ci abbandonano. E non
vanno mai gettate tra i rifiuti indifferenziati. Anche perché le
tecnologie oggi a disposizione consentono di riciclare quasi il 99% dei
materiali, recuperando la totale quantità di vetro e i residui metallici
di cui sono composte.
Purtroppo, al di là delle isole ecologiche,
viene quasi ignorato il decreto del Ministero dell'Ambiente del 2010
che obbliga i rivenditori a ritirare le lampadine gratuitamente e nel
rapporto di una a una. Da giugno 2010, in teoria, tutti i cittadini
possono consegnare ai negozianti l'apparecchiatura non più funzionante
da buttare, quando ne acquisteranno una nuova equivalente. Il problema è
che spesso i negozianti rifiutano di prendere la lampada usata.
“Purtroppo
non ci sono i controlli e loro preferiscono evitare il costo della
raccolta” ci spiega Fabrizio D’Amico, direttore generale di Ecolamp,
Consorzio per il recupero e lo smaltimento di apparecchiature di
illuminazione. “E per questo che Ecolamp ha avviato grazie a un accordo
con AMSA (Azienda Milanese Servizi Ambientali), la sperimentazione della
raccolta straordinaria di lampadine esauste all’interno della città di
Milano. Un camioncino facilmente riconoscibile e dedicato alla raccolta
delle sorgenti di illuminazione esauste, si ferma, secondo un itinerario
a cadenza mensile, nei pressi dell’ingresso di alcune scuole e punti
vendita della distribuzione. La nostra esperienza ci dice che quanto più
le amministrazioni comunali si sforzano di distribuire omogeneamente
sul territorio le isole ecologiche tanto più la raccolta avrà successo.
Per questo noi abbiamo cercato di venire incontro alla esigenze dei
consumatori”.
La sperimentazione a Milano è andata così bene che Ecolamp
ha deciso di estenderla anche ad altre città. “Dal 4 febbraio, grazie
all’accordo concluso con Amiat lo stesso servizio partirà anche a Torino
e a breve anche a Venezia – annuncia il direttore del Consorzio - Il
nostro obiettivo è arrivare nel 2014 a attivare il servizio nelle grandi
città, comprese Firenze e Roma. Con queste iniziative vogliamo
informare e sensibilizzare i cittadini sulla corretta modalità di
smaltimento delle lampade a risparmio energetico, incentivare l’uso del
conferimento ‘uno contro uno’ presso i punti vendita, incrementare la
raccolta differenziata. Anche perché le nuove direttive europee ci
chiedono di raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi”.
E
se il nostro negoziante rifiuta di prendere in consegna la lampada
usata anche se noi ne abbiamo acquistata una nuova nel suo negozio che
possiamo fare?
“Il consumatore può impuntarsi e
esigere che la sua lampadina venga ritirata. In estrema ipotesi potrebbe
chiamare i vigili urbani e denunciare che non viene rispettata la
legge. Capisco che si tratta di un atteggiamento estremo però è giusto
che i consumatori chiedano il rispetto della legge e il superamento di
questo atteggiamento scorretto dei distributori”.
Anche
perchè i consumatori pagano nel prezzo della lampadina un eco
contributo per la raccolta e il trattamento dei rifiuti RAEE. Nel caso
delle lampadine si tratta di qualche centesimo in più, destinato a
coprire proprio i costi di smaltimento.
Secondo
i dati Ecolamp, la raccolta delle lampadine usate è in crescita, ma con
enormi differenze da regione a regione. Nel 2013 il Consorzio ha
raccolto oltre 1.905 tonnellate di lampadine a basso consumo. Lombardia,
Veneto e Piemonte rappresentano l’eccellenza nella raccolta di
lampadine esauste in Italia: da sole le tre grandi regioni coprono, per
Ecolamp, il 54 per cento del totale nazionale.
fonte: www.ecoseven.net