L’aumento delle temperature
spinge piante ed animali a ‘spostarsi’ per trovare habitat più
favorevoli. Questa forzata migrazione è stata trasportata, per la prima
volta, su una mappa che indica la redistribuzione delle specie. Lo
studio, pubblicato sulla rivista nature, ha coinvolto 18 ricercatori
internazionali capitanati dal Santa Barbara National Center for
Ecological Analysis and Synthesis (Nceas).
Per la realizzazione della mappa che traccia gli spostamenti causati dai cambiamenti climatici,
gli studiosi hanno analizzato i dati relativi alle temperature della
superficie marina e terrestre degli ultimi 50 anni, dal 1960 al 2009, e
hanno ipotizzato due scenari futuri, con emissioni di gas a effetto
serra stabilizzate entro il 2100 o, al contrario, in progressiva
crescita.
‘Le
specie si spostano per trovare la loro temperatura ideale, ma a volte
non hanno dove andare perché si trovano davanti una costa o un altro
tipo di barriera’, spiega un'autrice del rapporto, Carrie Kappel del
Nceas. ‘Nel mondo esiste un certo numero di queste aree dove il
movimento è bloccato da una costa, come il mare Adriatico settentrionale
o la parte nord del golfo del Messico, e non c'è via d'uscita perché
ovunque, dietro, è più caldo’.
‘Una delle sfide più grandi in questo periodo è come aiutare le specie a sopravvivere di fronte al cambiamento climatico’, ha detto un altro autore dello studio, Ben Halpern dell'università della California. ‘Le mappe che abbiamo prodotto offrono uno strumento chiave prendere queste decisioni. Dove le specie potrebbero dover affrontare trappole climatiche, ad esempio, avremo bisogno di studiare interventi meno tradizionali, come la migrazione assistita’.
‘Una delle sfide più grandi in questo periodo è come aiutare le specie a sopravvivere di fronte al cambiamento climatico’, ha detto un altro autore dello studio, Ben Halpern dell'università della California. ‘Le mappe che abbiamo prodotto offrono uno strumento chiave prendere queste decisioni. Dove le specie potrebbero dover affrontare trappole climatiche, ad esempio, avremo bisogno di studiare interventi meno tradizionali, come la migrazione assistita’.
fonte: www.ecoseven.net