Chi inquina deve pagare? No, se mai potrà addirittura essere pagato. Con il decreto Destinazione Italia il Governo compie un nuovo grave passo indietro rispetto al grave tema delle bonifiche delle aree inquinate.
Come se aggirare la legge e offrire terreno fertile alla criminalità
per innescare nuovi traffici illegali di rifiuti per il trasporto dei
terreno inquinati non fosse già abbastanza facile.
Un condono tombale sulle bonifiche per criminali e aziende senza scrupoli con tanto di regalo: miliardi di euro di fondi pubblici. E' così che il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua,
Stop Biocidio Lazio e la Rete Comuni SIN denunciano l'attuale
situazione italiana, temendo che nessuno si occuperà mai più di salvare e
recuperare i siti inquinati, dopo che con il Decreto Del Fare il Governo aveva tentato di cancellare le bonifiche alla radice.
In pratica, i proprietari di aree,
compresi i responsabili dell'inquinamento, se il disastro è stato
compiuto prima del 30 aprile 2007, potranno usufruire di un accordo di programma co-finanziato dallo Stato,
se proporranno un percorso di industrializzazione. Sulla base del
decreto, si potranno stipulare accordi di programma con uno o più
proprietari di aree contaminate o altri soggetti interessati ad attuare
progetti integrati di messa in sicurezza o bonifica, e di riconversione
industriale e sviluppo economico in siti di interesse nazionale
individuati che prevedano anche i contributi pubblici e le altre misure
di sostegno economico finanziario disponibili.
Il proprietario dell'area inquinata potrà contare sullo Stato, che pagherà non soltanto gli oneri delle bonifiche, ma anche gli investimenti per realizzare dei nuovi impianti.
Coloro che si sono resi responsabili dei peggiori disastri ambientali
in Italia non dovranno dunque più temere di essere condannati dai
tribunali al pagamento di cifre esorbitanti. Per non parlare di chi
dovrebbe occuparsi delle conseguenze dell'inquinamento sulla salute dei
cittadini.
E per quanto riguarda il caso Caffaro, uno dei siti più inquinati d'Italia, dove continua a registrarsi il rilascio di diossina e sostanze tossiche come i PCB? Sarà lo Stato a pagare per tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini di Brescia?
Riportiamo qui di seguito le affermazioni della deputata bresciana del
Pd Miriam Cominelli, membro della Commissione Ambiente della Camera e
prima firmataria dell'emendamento presentato a Montecitorio e approvato
oggi nelle Commissioni di merito.
"Grazie ad un intenso impegno
parlamentare, con l'emendamento da me presentato come prima firmataria
con il sostegno del collega Galperti, referente in Commissione sul decreto Destinazione Italia,
oggi si è fatto un passo in più per il via libera alla figura
commissariale per la bonifica della Caffaro, una soluzione che
permetterà di pianificare meglio l'utilizzo delle risorse. Grazie al
ricorso che abbiamo presentato siamo riusciti a superare l'iniziale
inammissibilità per estraneità di materia e a far approvare
l'emendamento nelle Commissioni di merito, venendo così incontro ad una
richiesta che viene dal nostro territorio, emersa anche nel corso della
missione della Commissione Ambiente a Brescia lo scorso luglio e della
visita del Ministro Orlando. Ci auguriamo così che si riuscirà
finalmente ad affrontare al meglio quella che per la nostra città è un'emergenza sanitaria e ambientale non più procrastinabile".
Il decreto Destinazione Italia condanna il nostro Paese all'inquinamento e al conflitto con l'Europa. Sono molto dure le parole di Legambiente
sull'ennesimo passo indietro del Governo Italiano. Gli accordi di
programma per la reindustrializzazione porteranno ad una sorta di
condono per coloro che hanno provocato l'inquinamento. Chi inquina paga - ma solo fino a un certo punto - perché il resto lo pagherà lo Stato, o per meglio dire, i cittadini.
Legambiente si chiede cosa succederà se una volta firmato l'accordo e
avviati finalmente i lavori di risanamento di un sito inquinato dovesse
emergere un inquinamento ulteriore rispetto a quello sancito
dall'accordo. Gli interventi successivi sarebbero a carico della
collettività, come evidenziato nella relazione che accompagna il
decreto. Per concludere, si prevedono forti tagli degli incentivi alle rinnovabili e nuovi aiuti per le fonti energetiche ormai superate e inquinanti, da prelevare direttamente dalle bollette.
fonte: www.greenme.it