«Ma quali
biomasse: un terzo dei rifiuti bruciati nell’inceneritore di Brescia
provengono da mezza Italia e sono in gran parte combustibili solidi
secondari (cdr), molto inquinanti, bruciati nell’impianto A2A in cambio
di 2,8 milioni di euro versati ogni anno al Comune. Il tutto sulle
spalle dell’ambiente e della salute dei cittadini». Questo l’affondo
degli ambientalisti Marino Ruzzenenti e Imma Lascialfari nei confronti
dell’amministrazione comunale «rea» - a loro giudizio - di aver stilato
un accordo nell’ultima autorizzazione integrata ambientale (Aia) per
non aumentare l’import a Brescia di rifiuti urbani da fuori provincia ma
di aver permesso lo status quo, ovvero l’arrivo di circa 260 mila
tonnellate annue di rifiuti speciali. Da tutta Italia, compresi i
rifiuti campani, anche se lavorati. Per questo hanno denunciato la
delibera del 26 novembre scorso al comitato per la legalità e la
sicurezza voluto dalla stessa amministrazione comunale. Altro affondo è
sull’utilizzo del termine biomasse,
giudicato del tutto fuorviante: «si utilizza da parte di
un’amministrazione pubblica un linguaggio ingannevole, che spaccia per
rifiuti non pericolosi rifiuti caratterizzati originariamente come
pericolosi». Per Ruzzenenti la combustione di questi rifiuti speciali
«comporta l’emissione di 140 tonnellate di emissioni in più all’anno,
pari al traffico di 87mila automobili euro 5».
La replica di Fondra: «rifiuti speciali normati da legge nazionale»
«La
affermazioni di Ruzzenenti, riportate nel suo sito internet
(ambientebrescia.it, ndr) sono gravi e non corrispondono a realtà.
Innanzitutto perché confonde strumentalmente le competenze del Comune di
Brescia, quelle della Regione e della normativa nazionale, la quale
prevede il libero traffico di rifiuti speciali su tutto il territorio
italiano. Inoltre falsa il positivo ruolo dell’assessore all’Ambiente,
che dopo una lunga trattativa nella definizione dell’ultima Aia è
riuscito a scongiurare l’aumento dei rifiuti combusti nel
termovalorizzatore, fissando la quantità totale a livelli lievemente
inferiori rispetto al passato». Sulla quantità di emissioni nocive
Fondra ricorda che «i forti investimenti fatti da A2A garantiscono
emissioni molto al di sotto dei limiti di legge. Lo stesso sindaco di
Milano Pisapia, in visita recentemente al termovalorizzatore, guardando i
dati del monitoraggio in continuo si è stupito di come fossero bassi se
paragonati all’impianto di Silla».
Torna l’osservatorio termovalorizzatore
«Riguardo alla trasparenza - aggiunge Fondra - ricordiamo che a giorni sarà istituito un nuovo Osservatorio sul termovalorizzatore con lo scopo di informare i cittadini in modo ancor più dettagliato. La salute dei bresciani è sempre stata la nostra priorità e non certo una merce di scambio; per questo la porta della consulta per l’ambiente resta sempre aperta a tutti». Altra replica sull’utilizzo del termine biomasse: «Terremo conto delle precisazioni di Ruzzenenti sull’utilizzo del termine biomasse, utilizzato da quando si è aperta la terza linea. Ricordo però che nei documenti ufficiali i rifiuti vengono nominati con i rispettivi codici».fonte: brescia.corriere.it