Raphael Fellmer è una ragazzo di Berlino, classe '83, che ha
deciso di fare lo sciopero del denaro e che ha creato, con l'aiuto di
programmatori, una piattaforma sul web con l'obiettivo di ridistribure
tra tutti il cibo dei supermercati che altrimenti verrebbe gettato
nella spazzatura
Secondo la FAO nel 2013 sono state sprecate o perdute oltre 1,3 miliardi di tonnellate di cibo nel mondo. In Italia il Rapporto 2014 Waste Watcher – Knoledge for Expo parla di quantità di cibo che viene gettato nella spazzatura per un equivalente di 8 miliardi di euro.
Che la lotta allo spreco alimentare possa avvenire in diverse modalità e
congiuntamente alle scelte politiche delle istituzioni è scontato. Ma
che possa partire dal singolo individuo e che possa trovare un appoggio
sul web per arrivare alla collettività ce lo mostra Raphael Fellmer,
31enne berlinese che ha deciso di dedicare la propria vita a combattere
lo spreco con un'idea semplice quanto ambiziosa: recuperare il cibo di
scarto, destinato quasi sempre alla spazzatura, e donarlo a chiunque lo
desideri e ne faccia richiesta. Un'esperienza che è diventata per
Raphael una vera e propria scelta di vita e che nel giro di due anni è
stata fatta propria da una comunità di oltre 3000 persone in Germania, di cui 1000 solo a Berlino.
Il web è il mezzo imprescindibile. La comunità si incontra nello spazio virtuale della piattaforma lebensmittelretten.de
(“salvataggio di cibo”), che mette in contatto gestori dei supermercati
e utenti: gli uni segnalano su una mappa on-line la possibilità di
donare in un giorno e in un'ora prestabilita cibo che rimarrebbe
invenduto (scaduto o non di bell'aspetto); gli altri possono indicare la
propria disponibilità a recarsi presso il supermercato per
raccoglierlo. Un piccolo social network che dunque mette in discussione
il concetto di “cibo non edibile” e permette la sua ridistribuzione tra
tutti coloro che lo richiedono. Ma non solo, anche un sistema che
agevola i rivenditori stessi perché produce meno rifiuti e comporta una
diminuzione del peso economico legato al loro smaltimento.
“Attraverso la condivisione del cibo con gli altri, le persone
riscoprono il valore della comunità e della socialità, oltre che
dell'apertura disinteressata della propria vita al prossimo”, racconta
Raphael durante un pranzo, rigorosamente con cibo di recupero, svoltosi
domenica 7 settembre al parco del Valentino di Torino, dove è stato in
visita per cercare di creare un progetto dello stesso tipo nel nostro paese. Potrebbe essere simile alla sua seconda creatura, ovvero foodsharing.de,
un'altra piattaforma web, sempre ideata e gestita da Raphel con il
supporto di programmatori, avvocati e chiunque abbia deciso di aderire
al progetto per dare il proprio contributo. Il principio è sempre lo
stesso ma ristretto all'ambito del privato: su foodsharing.de, infatti, è
possibile comunicare e accordarsi per scambiare il proprio cibo in
eccedenza con chi voglia riceverlo gratuitamente. Si pensi ad esempio a
tutte le volte che in procinto di una partenza si è costretti a gettare
il cibo dal proprio frigo perché al ritorno sarebbe troppo vecchio.
Foodsharing è già diffuso in Germania nelle città di Berlino, Monaco, Ludwigsburg e Chemnitz
ma anche in Svizzera e in Austria. E in Italia? Come detto, la presenza
di Raphael a Torino, come detto, è finalizzata proprio a creare un
progetto dello stesso tipo nel nostro paese. Un primo passo è già stato
compiuto: su facebook, infatti, è nato il gruppo Foodsharing Torino
con l'obiettivo di creare una comunità di persone, con
un'organizzazione ben precisa e consapevole del ruolo fondamentale da
ricoprire, sia in termini di cooperazione sia nella possibilità che
ognuno ha di donare e offrire il proprio tempo agli altri.
Ritornando alla storia di Raphael, la lotta allo spreco di cibo è solo
una della pratiche che lui e la sua famiglia (moglie e due figli
piccoli) hanno adottato. Il suo stile di vita, infatti, si basa su una
totale rinuncia dell'uso di denaro, resa possibile
anche grazie alla cooperazione creata proprio sulle piattaforme da lui
ideate. Chi appoggia la sua visione del mondo, infatti, sostiene le sue
scelte offrendo anche le proprie competenze, la propria professionalità e
il proprio tempo per aiutarlo ad affrontare tutti gli altri aspetti
della vita.
fonte: www.ecodallecitta.it