Il buco dell’ozono si restringe
Il buco dell’ozono si sta restringendo. L’Onu prevede un recupero totale dello strato di ozono entro il 2050, grazie agli interventi condotti a livello mondiale per proteggerlo. La buona notizia è affiancata da un peggioramento del riscaldamento globale. L’effetto serra nel 2013 ha raggiunto un livello record, il più alto degli ultimi 30 anni.
La vera emergenza planetaria secondo l’Onu è rappresentata dal riscaldamento globale e dal cambiamento climatico. Se la questione buco dell’ozono potrebbe risolversi, come agire al meglio per arginare i cambiamenti climatici?
A parere dell’Onu, al giorno d’oggi la ricostituzione dello strato d’ozono che protegge la Terra si trova sulla buona strada e potrebbe essere completata entro qualche decennio. Ciò potrà avvenire solo grazie all’azione e alla collaborazione di tutti i Paesi del mondo per evitare l’impiego delle sostanze che distruggono l’ozono.
Ad affermarlo è l’ultimo rapporto dell’Unep, il programma di protezione dell’ambiente delle Nazioni Unite, condotto in collaborazione con l’Organizzazione Meteorologica Mondiale. Secondo quanto comunicato dall’Unep il protocollo di Montreal, firmato nel 1987 per proteggere lo strato di ozono, sta dando buoni frutti.
Entro il 2030 le azioni per favorire la restrizione del buco dell’ozono avranno impedito 2 milioni di casi di cancro alla pelle, evitato danni al sistema immunitario e problemi agli occhi, ma anche protetto la flora, la fauna e l’agricoltura. Il successo del protocollo di Montreal dovrebbe incoraggiare nuove azioni per proteggere il Pianeta.
Le questioni legate al clima e alle emissioni di sostanze nocive in atmosfera sono ancora molto urgenti e rappresentano grandi sfide. Michel Jarrau, segretario Generale dell’OMM, ha definito un grande successo ambientale l’azione internazionale sull’ozono e si augura che lo stesso livello di urgenza e unità possa ripetersi per affrontare l’enorme sfida del cambiamento climatico e del riscaldamento globale.
fonte: www.greenbiz.it