LA PLASTICA IN MARE

Foto: LA PLASTICA IN MARE

Circa l'80% del rifiuto in mare arriva da terra sospinto dal vento o trascinato da scarichi d'acqua e fiumi . Solamente il 20% proviene da rifiuti dispersi in mare dalle navi. Quasi il 90% del rifiuto galleggiante in mare è costituito da plastica.
Si stima che sia finito in mare il 5% di tutta la plastica prodotta dagli anni 50 in poi.
La plastica galleggiante è dannosa a causa della sua indistruttibilità. Non è totalmente biodegradabile, non si dissolve, ma si frantuma molto lentamente in parti sempre più piccole, così da essere ingerita da ogni organismo che abita gli oceani, dai minuscoli crostacei Krill che costituiscono lo zooplancton sino alle balene, entrando così nella catena alimentare. 
Circa la metà della quantità di plastica prodotta annualmente, pari a 240 milioni di tonnellate, viene impiegata per produrre articoli monouso o imballaggi che vengono buttati entro l'anno.
Cambiare strada non è più un'opzione ma un obbligo. 
Circa l'80% del rifiuto in mare arriva da terra sospinto dal vento o trascinato da scarichi d'acqua e fiumi . Solamente il 20% proviene da rifiuti dispersi in mare dalle navi. Quasi il 90% del rifiuto galleggiante in mare è costituito da plastica.
Si stima che sia finito in mare il 5% di tutta la plastica prodotta dagli anni 50 in poi.
La plastica galleggiante è dannosa a causa della sua indistruttibilità. Non è totalmente biodegradabile, non si dissolve, ma si frantuma molto lentamente in parti sempre più piccole, così da essere ingerita da ogni organismo che abita gli oceani, dai minuscoli crostacei Krill che costituiscono lo zooplancton sino alle balene, entrando così nella catena alimentare.
Circa la metà della quantità di plastica prodotta annualmente, pari a 240 milioni di tonnellate, viene impiegata per produrre articoli monouso o imballaggi che vengono buttati entro l'anno.
Cambiare strada non è più un'opzione ma un obbligo.

Umbria verso Rifiuti Zero