Terni, diossina nell’aria: l’11 ottobre si protesta. Una manifestazione per chiedere la verità
La data c’è già, l’11 ottobre. Sabato. Per quel giorno sarà organizzata una nuova manifestazione per chiedere la verità sull’ambiente in cui si vive a Terni, sull’aria che si respira, sull’acqua che si beve e, in buona sostanza, sui rischi reali che le tante forme di inquinamento alle quali la ‘conca’ è sottoposta e sulle misure che si intendono prendere per contenerle.
L’assemblea La decisione è scaturita al termine di un incontro, promosso dal comitato ‘No inceneritori’, nel corso della quale «associazioni e semplici cittadini – dice Fabio Neri, portavoce del comitato – si sono interrogati sul ‘che fare’ per costringere finalmente le autorità; politiche, sanitarie e tecniche; a togliere il velo con cui si vuole tenere nascosta la verità e dire con chiarezza quali iniziative siano realmente intenzionate a mettere in campo per tutelare la salute di tutti noi».
Ex Printer A cominciare dalla vicenda relativa all’ex inceneritore Printer, per il quale, ha ricordato Neri, «TerniBiomassa, che vuole riaccenderlo, ha presentato in Regione, ad agosto, una richiesta di Valutazione di impatto ambientale (Via) in cui comunica che brucerà rifiuti ospedalieri, fanghi di depurazione, rifiuti urbani nella forma di Cdr e altre tipologie». Quello che il comitato chiede è che «l’amministrazione comunale, che aveva promesso che si sarebbe opposta nelle sedi opportune ai nuovi processi autorizzativi, adesso dia seguito a quelle promesse».
La diossina Dopo le ‘uova al veleno’ e le prime – incaute – giustificazioni delle autorità, «secondo le quali il fenomeno poteva essere provocato da buste di plastica bruciate dagli stessi allevatori di galline, ora – ha detto Neri – sembra che il Comune sia finalmente intenzionato a muoversi per farsi dare dall’Asl quei dati che da tempo restano chiusi in qualche cassetto. È la dimostrazione di quanto si possa fare con un’azione decisa da parte dei cittadini».
Stroncone Dopo il drammatico rogo della Ecorecuperi – era il luglio del 2009 ed il processo è in corso al tribunale di Terni – le emissioni di diossina nell’aria sono state confermate da testimoni importanti, come Gugliemo Spernanzoni, dirigente del servizio igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche dell’Asl «e un rapporto dell’Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale; ndr) ha attestato che il livello di inquinamento dell’aria, dopo l’incendio – ha raccontato una rappresentante del comitato che lì si batte per la verità – corrispondeva a quello che si sarebbe potuto registrare dopo 47 anni di inquinamento continuato».
Asl e Arpa Proprio sull’Asl ha puntato il dito Andrea Liberati, di Italia Nostra: «Spesso è latitante – ha spiegato – e basti pensare che non si è mai presentata, al ministero dell’ambiente, quando si è riunita la conferenza dei servizi per prendere in esame la situazione del tunnel Tescino (la ‘galleria dei veleni’ che sta sotto la discarica di Villavalle; ndr). L’Arpa, dal canto suo, è stato ricordato, «dovrebbe dar vita a controlli più serrati e, soprattutto, a sorpresa, senza avvertire le aziende del proprio arrivo».
Medici silenti Un aspetto inquietante, emerso durante l’assemblea, è quello relativo al silenzio dei medici, soprattutto quelli di base, sulla situazione reale: «Ci sono dottori che, in privato, raccontano storie e mostrano documenti – ha detto Neri – che dipingono un quadro drammatico. Ma purtroppo non c’è uno solo di quei medici che sia disposto, poi, a confermare ufficialmente quelle cose».
Il coordinamento Nel corso dell’assemblea, poi, i cittadini hanno chiesto ai vari comitati e associazioni di dar vita ad un autentico organismo di coordinamento «che permetta di dar vita ad iniziative sempre più incisive». Proposta immediatamente accolta da Neri: «Spesso nascono comitati spontanei di cittadini che, poi, restano praticamente sconosciuti al di fuori del territorio, spesso piccolo, nel quale operano e mettere insieme forze e idee potrebbe essere molto utile».
fonte: www.umbria24.it