A proposito della...Pirolisi




Forse qualcuno non ha ancora capito che gassificare o pirolizzare rifiuti significa realizzare degli inceneritori alternativi e non delle alternative all'incenerimento.Questa versione sarà la trentesima che vedo da 10 anni a questa parte e si assomigliano tutte dal punto di vista del principio del funzionamento : trasformare i rifiuti in combustibili da bruciare altrove rispetto all'impianto di trattamento e produrre residui da smaltire da qualche parte.
Per ogni considerazione occorre partire da un dettagliato bilancio di massa dalla composizione dei rifiuti a quella ove si distribuiscono le sostanze presenti nei rifiuti di partenza (es metalli, cloro ecc), quelli che si formano nel trattamento e si distribuiscono nelle diverse fasi e "prodotti".
Oltre al "piccolo" particolare che il 40 % di quello che entra è un residuo da smaltire (inclusa l'opzione della combustione "normale") è ben differente una pirolisi condotta su delle biomasse definite piuttosto che su del CDR/CSS o della plastica.
Ovviamente gli impatti (connessi con la combustione del prodotto principale del trattamento, combustibile liquido o gassoso) dipendono sostanzialmente dalla "pulizia" del materiale avviato a trattamento.
Ma la plastica piuttosto che le biomasse citate nel documento sono tanto riciclabili quanto combustibili, cambiare la forma del combustibile non cambia la sostanza del problema.
Perchè si perde tempo ancora per "valutare" queste proposte quando il  nostro obiettivo è quello di arrivare all'obiettivo del recupero come materia dei rifiuti ?
Dopodichè per valutare una proposta tecnica specifica non basta certamente una brochure, che presentino un progetto e relativo studio di impatto ambientale e poi lo si valuta nel concreto.

Scusate la provocazione, ma se l'unico obiettivo è "fermare il termovalorizzatore" senza preoccuparsi di altro, il modo esiste già:  bruciare i rifiuti nei cementifici.


Marco Caldiroli
Medicina democratica