Il
Paese è tra i peggiori nel taglio delle emissioni, ma ha superato
l’obiettivo 2020 di riduzione dei consumi energetici e sfiora quello
sulle rinnovabili
Siamo in fondo alla classifica europea del taglio delle emissioni, ma in compenso quando si parla di rinnovabili ci troviamo fra i Paesi più virtuosi. La contraddizione dell’Italia emerge in tutta la sua chiarezza dai nuovi dati Eurostat,
relativi al periodo 2012-2013, che indagano i progressi fatti dagli
Stati membri dell’Ue nel contrasto al climate change. L’istituto europeo
di statistica, nel suo preambolo, non manca di sottolineare che
l’energia, i trasporti e l’intervento umano sull’ambiente sono stati i
fattori chiave del cambiamento climatico
negli ultimi decenni. Per ridurre l’impatto antropico sulla natura nel
vecchio continente, sono state adottate politiche europee ad hoc, che in
Italia hanno funzionato così così. Il Bel Paese è ancora inserito fra i
4 maggiori inquinatori nella classifica dei 28 membri Ue, anche se si
trova nell’Olimpo dei più morigerati quando si prendono in esame i dati
di riduzione del consumo energetico e delle rinnovabili. Il trasporto merci su rotaia cresce, pur restando inferiore alla media europea.
In particolare, rispetto al 1990, nel
2012 la CO2 italiana era stata ridotta solo del 10,1%. Nello stesso
periodo, l’Unione viaggiava su medie molto superiori (17,9%).
L’obiettivo è tagliare il 20% entro il 2020. Tuttavia,
siamo in buona compagnia: 10 Paesi fanno peggio dell’Italia, con le
emissioni in aumento invece che in diminuzione: Malta (+56,9%), Cipro
(+47,7%), Spagna(+22,5%), Portogallo (+14,9%), Irlanda (+7%), Grecia
(+5,7%), Austria (+4%) e Slovenia (+2,6%).
A sorprendere in positivo, invece, sono i
Paesi dell’Est e dell’area baltica, come Lettonia (-57,1%), Lituania
(-55,6%), Estonia (-52,6%), Romania (-52%), Bulgaria (-44,1%),
Slovacchia (-41,4%), Ungheria (-36,3%) e Repubblica ceca (-32,7%).
In termini assoluti, i più grandi inquinatori sono Germania
(965 mln di tonnellate), Gran Bretagna (615 mln) e Francia (507 mln),
seguiti dall’Italia (471 mln), dalla Polonia (401 mln) e dalla Spagna
(354 mln). Questi 6 Paesi contano per il 70% di tutte le emissioni
europee.
Per quanto riguarda i consumi energetici,
lo Stivale invece ha già raggiunto e superato, nel 2013, l’obiettivo
2020 (153,7 mln di tonnellate contro le 158 stabilite), sfruttando un calo generalizzato del consumo che dura da anni. Ha quasi raggiunto anche l’obiettivo sulle rinnovabili,
che ci posiziona al sesto posto con il 16,7% (rispetto a un obiettivo
del 17%). Bulgaria, Estonia, Lituania e Svezia hanno già superato i loro
target.
fonte: www.rinnovabili.it