Al World Economic Forum è stato presentato un nuovo rapporto della Fondazione Ellen McArthur; nel Rapporto scrivono che “Continuando
‘business as usual ‘, (a comportarci alla solita maniera)si stima che
entro il 2025 l’oceano conterrà una tonnellata di plastica ogni 3
tonnellate di pesci e al 2050 gli oceani conterranno più plastica che
pesci” . Scrivono anche che oggigiorno solo il 5% delle plastiche
prodotte viene riciclato efficacemente/40% va in discarica/ il 33%
finisce in ecosistemi fragili come gli oceani / tutto il resto viene
bruciato producendo energia e questo porta al consumo di ulteriori
combustibili fossili per soddisfare la richiesta mondiale di nuovi
oggetti in plastica.
Altra informazione a
proposito della plastica che finisce negli oceani: questa si può
degradare a frammenti minuscoli e anche rilasciare sostanze tossiche
che possono essere ingerite da pesci, per questa via entra anche nella
catene alimentari umane, inoltre minuscoli frammenti delle plastiche
degradate possono finire a tappezzare i fondali marini, questo ha
impatti ambientali per ora ignoti.
Per
produrre plastiche nuove oggigiorno viene consumato il 5% della
produzione di petrolio, stimano che entro 35 anni verrebbe usato il
20%.
Nel Rapporto sostengono che
l’industria della plastica dovrà innovare: abbandonare i modelli lineari
di produzione e consumo ed entrare nell’ottica dell’economia circolare.
La britannica Dame Ellen McArthur è
una che gli oceani li conosce molto bene e da vicino, infatti detiene
il record mondiale per la più veloce navigazione in solitario del mondo
(71 giorni).
Ho ricavato le informazioni
sopra riportate dall’articolo del quotidiano britannico The Guardian
(segue link). Al suo interno c’è anche il link per il Rapporto citato
Nadia Simonini
fonte: Rete Nazionale dei Comitati Rifiuti Zero