Ford, la scommessa è ridurre le emissioni e usare più materiali sostenibili

Le case automobilistiche hanno molto da fare per uscire da tecnologie ormai obsolete. Ford punta sulla ricerca: ecco il Centro di Ricerca di Aachen, in Germania

Innovazione, tecnologia e soprattutto sostenibilità. Per le case automobilistiche oggi sono molte le sfide, se si vuole liberare dall’etichetta di settore ancora legato a tecnologie vecchie di un secoli. Ne sono consapevoli molti grandi marchi, che anche per questo hanno fatto della ricerca un loro punto forte. E’ ad esempio il caso di Ford che, almeno in Europa, dell’andare oltre ha fatto anche il suo slogan. Abbiamo visitato il suo Centro di Ricerca ad Aachen, in Germania, l’unico nel mondo al di fuori degli Usa.

I modi per mitigare l’impatto ambientale degli autoveicoli sono molti, e Ford ha deciso di focalizzarsi su alcuni dei più importanti: riduzione del peso dei veicoli, uso di materiali eco-compatibili, rigenerazione dei vecchi motori e ovviamente, tema caldo del momento, riduzione delle emissioni inquinanti. Del resto, una certa sensibilità in questo senso l’ha mostrata sin dall’inizio: il primo modello di vettura elettrica fu costruito nel 1913 da Henry Ford, in collaborazione con Thomas Edison.

In effetti, come ha ricordato il direttore del Centro di ricerca di Aachen, Pim van der Jagt, si sta facendo molto sull’efficienza del diesel, in Europa, ma l’elettrico sarà molto più presente. Se si parla di riduzione delle emissioni di CO2, però, secondo van der Jagt ed il suo team la chiave sta soprattutto nella riduzione di peso dei veicoli. Senza per questo sacrificarne la sicurezza. In questo senso, i progressi sono di Ford sono notevoli: per portelloni e carrozzerie, dall’acciaio convenzionale è passata a una combinazione di speciali acciai idro-formati, alluminio e magnesio. Risultato: 40% del peso in meno e resistenza fino a 5 volte superiore.

Anche per quanto riguarda l’utilizzo di materiali sostenibili le idee non mancano. Quella che suscita maggiore curiosità e sicuramente l’utilizzo delle bucce di pomodoro derivante dalla lavorazione degli stessi per la produzione di Ketchup, da cui ricavare plastica. Il processo permette di realizzare componenti come supporti per i cablaggi, portamonete e altri piccoli elementi all’interno dei veicoli.
Ma la ricerca della casa automobilistica per la produzione di bio-plastiche e bio-gomme si è orientata anche su molti altri materiali ecocompatibili, come quelli derivati dalla canna da zucchero, dalla canapa, dalla paglia e dagli scarti della produzione di mais, riso e soia. Importante evidenziare che l’uso di questi ultimi, generalmente, non sottrae materie prime destinate all’alimentazione umana o animale, ma ne valorizza appunto gli scarti.

Utile servizio per i clienti di Ford in Europa, a livello di sostenibilità ambientale, si è rivelato anche quello legato alla rigenerazione dei vecchi motori. In pratica, invece di sostituire l’intero blocco in caso di rottura, una nuova tecnica sviluppata proprio ad Aachen permette di riportare lo stesso a condizioni di fabbrica tramite l’applicazione di materiale che ne ricostruisce la superficie. Normalmente, la rigenerazione di un blocco motore ha costi elevati, anche in termini di energia, e produrne uno nuovo causa l’emissione in atmosfera di un quantitativo di CO2 doppio rispetto a quello generato rigenerandone uno usato.

Ed è sicuramente la questione emissioni quella più al centro dell’attenzione, ora come ora. Dopo lo scandalo Volkswagen, infatti, il focus mediatico su questo tema (forse a discapito di altri anche ben più gravi) ha raggiunto i suoi massimi livelli. Del resto, come ricorda Rainer Vogt di Ford Europe, con il 50% delle stazioni di monitoraggio delle emissioni inquinanti collocate in riva alle strade principali europee che non rientrano negli standard, il problema è di una certa serietà.

Ozono, CO2, ossidi e diossido di azoto (NOx e NO2): la legislazione europea, come quella nordamericana, si fa sempre più stringente. Per questo, oltre che per la tutela della salute pubblica, Ford ritiene importante far sì che le misurazioni delle emissioni stesse siano sempre più attendibili. Motivo per cui la casa di Dearborn ha deciso di testare i suoi nuovi modelli non solo in laboratorio, dove le misurazioni potrebbero non corrispondere alla “vita reale”, ma anche e soprattutto su strada. E’ l’idea che sta dietro la normativa RDE (Real Driving Emissions). Che, a partire dal 2016, in sede di certificazione porterà tutti i modelli Ford ad essere guidati anche su strada attraverso percorsi urbani, extraurbani e autostradali.

Andrea Bertaglio

fonte: https://www.lastampa.it/