Il
prossimo 13 marzo le donne e gli uomini del comprensorio del Mela e
della Sicilia riempiranno le strade di Milazzo per testimoniare la ferma
e comune opposizione all’inceneritore del Mela e a tutti gli
inceneritori con un corteo regionale che raccoglierà un nutrito e
variegato gruppo di associazioni e movimenti provenienti dalle province
dell’Isola. Destinatari del comune sentire espresso dai manifestanti
sono i Governi Renzi e Crocetta che invece di impegnarsi a promuovere un
Piano Nazionale per la Riduzione, Riuso, Recupero e Riciclaggio dei
materiali, si genuflettono ancora una volta alla lobby degli
inceneritori, privilegiando i lucrosi affari di alcune multi-utility a
discapito della salute delle persone, ma anche a danno dell’economia
locale e delle finanze pubbliche.
Il corteo, che avrà come parola d’ordine “NO agli inceneritori, SI al recupero di materia e al lavoro pulito”
è un altro importante messaggio all’indirizzo delle istituzioni ma
anche a tutti quei gruppi di potere politico e economico che sembrano
sordi di fronte alla crescente netta opposizione sociale che da oltre un
anno anima Milazzo e la Valle del Mela. Il decreto governativo Sblocca
Italia, che promuove e finanzia la combustione dei rifiuti spacciandola
come strada obbligata per chiudere le discariche viene avversato anche
perché, interramento e incenerimento sono due facce della stessa
medaglia. Incenerire non elimina le discariche né migliora le condizioni
di salute pubblica e la salubrità dell’ambiente. Inoltre non risolve l’
“emergenza rifiuti”, bensì rischia di trasformarla in emergenza
sanitaria.
Incenerire
aggrava gli oneri economici e sociali sostenuti dalla collettività, in
almeno quattro modi: 1) attraverso il pagamento delle spese di
conferimento dei rifiuti e trattamento delle ceneri risultanti, 2)
attraverso il finanziamento degli accresciuti costi della spesa
sanitaria causati dall’aumento o dall’insorgenza di determinate
patologie, 3) attraverso il mancato guadagno a danno delle finanze
pubbliche, determinato dalla perdita di preziosi materiali che
dovrebbero invece essere recuperati, 4) attraverso la perdita delle
migliaia di posti di lavoro che sarebbero generati da un funzionante
comparto industriale specializzato nel recupero di materia.
Lavorare
senza distruggere e avvelenare è possibile. Un esempio su tutti sia la
Provincia di Treviso, dove 50 comuni consorziati danno lavoro a più di
680 persone, raggiungono livelli di RD oltre l’ 80% e appena 50
kg/ab./anno vengono conferiti in discarica.
La
salute compromessa, la perdita di preziosi materiali, la distruzione di
posti di lavoro che si consumano con la scelta di incenerire, e al
contempo, l’esistenza di concrete alternative virtuose già praticate
nelle zone d’Italia e d’Europa, sono gli elementi che fanno ormai parte
di un sapere diffuso e comune acquisito anche grazie al lavoro costante
nel territorio di comitati e associazioni. I risultati più importanti si
sono manifestati in occasione dell’approvazione da parte di 19 consigli
comunali del territorio di delibere di netta contrarietà al
mega-inceneritore, dei referendum comunali del 31 gennaio e del 6 marzo
2016 e del partecipatissimo corteo dello scorso 27 settembre 2015.
Le
popolazioni esigono ormai chiaramente che il diritto di vivere in un
ambiente salubre e di lavorare in attività non distruttive siano resi
effettivi: a queste richieste le istituzioni locali e nazionali non
possono più sottrarsi.
Assieme
ai movimenti fratelli che si oppongono agli elettrodotti TERNA, alla
costruzione delle trivelle, alla privatizzazione dell’acqua, alla
costruzione del MUOS e alla trasformazione della Sicilia in un avamposto
militare, vogliamo fare fronte comune per liberare l’isola da quelle
politiche e progetti che perpetuano la condizione di dipendenza,
sfruttamento e sottosviluppo in cui versa. Ogni anno migliaia di
Siciliani lasciano la loro terra, ogni anno altri si ammalano a causa di
industrie mefitiche e moltissimi languono sfruttati o disoccupati.
Adesso
più che mai è il momento di fermare le devastazioni e iniziare le
bonifiche. Solo questa strada può garantire che la ricchezza dei
territori non venga distrutta ma tutelata e i suoi frutti distribuiti a
tutti. È arrivato il momento di puntare su attività rispettose delle
caratteristiche geografiche, culturali e paesaggistiche dei territori:
lavorare senza distruggere e avvelenare è possibile!
Domenica
13 marzo sarà la giornata della protesta, dell’informazione e della
proposta. Per questo il movimento NO Inceneritore chiama tutti i
movimenti isolani e le realtà associative che credono sia giunta l’ora
in cui i territori determinano il loro destino. Fermiamo la devastazione
per una Sicilia libera e prospera!
Realtà regionali
Zero Waste Sicilia
Arci Sicilia
Legambiente Siciliani
Rifiuti Zero Sicilia
Comitato No Muos Niscemi
CSOA Ex Carcere
U Liotru Catania
CSOA Angela C
Realtà Locali
Comitato No inceneritore del Mela
Legambiente del Longano
Futura Pace del Mela
Zero Waste del Mela
Alsa Luciese
Terramare Sicilia
Collettivo Pinelli
fonte: http://noinceneritoredelmela.altervista.org