L'accordo è stato discusso e infine votato dai rappresentanti di 195 nazioni
La XXI Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, tenutasi a Parigi nel dicembre 2015, aveva come obiettivo quello di raggiungere un accordo sul clima vincolante e sottoscritto da tutti i paesi per limitare il riscaldamento globale
ed i suoi effetti. I punti principali dell’accordo sono stati discussi e
infine votati dai rappresentanti delle 195 nazioni. Il numero alto di
Stati coinvolti (il precedente protocollo di Kyoto coinvolgeva 180
paesi) è sicuramente un aspetto positivo dell’accordo, che testimonia
l’ampia condivisione a livello globale. Si tratta infatti di un’intesa
universale, che richiede a tutti gli Stati di agire, di dichiarare i
propri obiettivi e di pianificare ed implementare strumenti di
mitigazione a livello nazionale.
I punti più significativi del testo condiviso, che entrerà in vigore nel 2020 quando decadrà il Protocollo di Kyoto, possono essere così riassunti:
I punti più significativi del testo condiviso, che entrerà in vigore nel 2020 quando decadrà il Protocollo di Kyoto, possono essere così riassunti:
- è stato definito l’obiettivo di mantenere la temperatura media mondiale sotto i 2°C rispetto ai livelli preindustriali, con la volontà di contenerla entro i 1,5°C;
- gli impegni nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra saranno rivisti ogni 5 anni e solo con l’obiettivo di renderli più ambiziosi e ogni 5 anni verrà fatto anche il punto sui progressi fatti;
- è stato rafforzato il meccanismo Loss & Damage che prevede compensazioni economiche ai paesi in via di sviluppo (quelli che subiranno gli impatti peggiori pur non avendo contribuito che in minima parte all'effetto serra) per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici: si parla di 100 miliardi di dollari all'anno a partire dal 2020 e la previsione di stanziare altri fondi successivamente;
- una volta entrato in vigore, l'accordo si baserà sul principio della responsabilità comune ma differenziata: ai Paesi in via di sviluppo (in particolare India e Cina) è stato infatti concesso di procedere con maggiore gradualità nelle proprie attività di riduzione emissiva, a causa della loro più recente industrializzazione;
- è stato ribadito l’impegno e l’obiettivo chiave di abbandonare i combustibili fossili per un futuro ad emissioni zero (100% energie rinnovabili entro il 2050).
- l'accordo, con i suoi impegni, non entra in vigore immediatamente ma solo nel 2020 e fino a quella data valgono gli obiettivi di Kyoto;
- ogni paese che ratifica l'accordo è tenuto a fissare un obiettivo di riduzione delle emissioni, ma il quantitativo sarà volontario;
- tutti i meccanismi previsti per il funzionamento dall'accordo andranno messi a punto nel tempo;
- l’accordo, come quello di Kyoto, non è vincolante in tutte le sue parti ma si basa su impegni volontari forniti dai Paesi;
- per entrare in vigore nel 2020 l’accordo dovrà essere ratificato, accettato o approvato da almeno 55 Paesi che rappresentano complessivamente il 55 per cento delle emissioni mondiali di gas serra.
fonte: http://www.arpat.toscana.it/