Dopo l’Accordo di Parigi sul clima è assolutamente indispensabile aggiornare e rivedere le politiche energetiche italiane. Anche perché la SEN, la Strategia Energetica Nazionale
(pdf), approvata nel marzo 2013, aveva un orizzonte temporale limitato
al 2020, mentre ora oltre a confrontarsi con gli obiettivi europei al 2030, va definito con chiarezza il percorso di decarbonizzazione sul lungo periodo al fine di evitare investimenti infrastrutturali inutili.
Le
misure di promozione delle rinnovabili e dell’efficienza energetica per
il quadriennio 2017-20 vanno definite nel quadro di indirizzi
strategici, coerenti con gli obiettivi fissati dall’Unione Europea e con
la Disciplina in materia di aiuti di Stato che stabilisce limiti alla
definizione degli incentivi.
Efficienza Energetica al primo posto
L’impegno degli Stati Membri verso una riduzione media delle emissioni per il 2030 del 40%
(su valori del 1990) significa nel nostro Paese un tasso annuo di
riduzione nel periodo 2016-2030, più che doppio rispetto a quanto
registrato nel periodo 1990-2015. Indipendentemente dalle scelte
comunitarie, questo significa puntare sull’efficienza energetica con obiettivi incrementati fino al 40% al 2030,
cosi come peraltro chiesto espressamente dal Parlamento Europeo (vedi
documento integratico "Efficienza Energetica" a fondo pagina).
Il comparto che potrà contribuire maggiormente alle azioni di efficienza energetica è quello edilizio:
si dovrà procedere ad una sistematica riduzione dei consumi specifici
(più del doppio della media realizzata in questi anni) con un aumento
del numero annuo di interventi di riqualificazione. Si dovrebbe inoltre
consentire una aggregazione lato domanda dei consumi anche per attivare in una logica di demand-response il ruolo del consumatore-produttore secondo le richieste della Commissione Europea.
Per
raggiungere gli ambiziosi obiettivi di riqualificazione energetica del
patrimonio edilizio occorre affiancare alle detrazioni fiscali un nuovo strumento
che consenta di superare gli ostacoli determinati dalla polverizzazione
della proprietà. Va in questa direzione la proposta di costituire un Fondo
(costituito da Cassa Depositi e Prestiti, eventualmente in pool con
altri Istituti di credito privati) dedicato all’efficienza che consenta
di erogare finanziamenti fino al 90% degli investimenti necessari per ottenere riduzioni dei consumi del 60-80% (vedi documento integratico "Edilizia" a fondo pagina).
Fonti rinnovabili elettriche al 50-60% nel 2030
Considerando
la prevedibile limitata crescita delle componenti termiche e dei
trasporti e una riduzione dei consumi al 2030 coerente con gli scenari
UE, la percentuale di elettricità verde dovrà passare al 50%.
Questo, nel caso che l’Italia debba raggiungere una percentuale analoga
al target europeo del 27% (la quota nazionale di rinnovabili oggi è più
elevata di quella UE). Se questo verrà alzato al 30%, le rinnovabili
elettriche dovranno salire al 60%.
Il
Coordinamento FREE ha elaborato una proposta sulle modalità che
consentano di raggiungere l’obiettivo al 2030 che verrà presentata nel
mese di settembre. Sono inoltre stati avviati contatti con Assoelettrica
per verificare la convergenza su alcuni punti da inserire in un
documento comune.
La rivoluzione agricola è già iniziata
L’impianto di produzione di biogas inteso come parte integrante dell’azienda agricola, è il fattore chiave alla base del modello di "Biogas Fatto Bene” da cui sta prendendo linfa un sostanziale cambiamento del modo di fare agricoltura secondo criteri innovativi e sostenibili.
Un approccio di filiera integrata al fondo agricolo
e incentrata sulla valorizzazione delle risorse locali e sulla
restituzione della sostanza organica al suolo, può certamente
contribuire a rendere l’agricoltura strategica nella sfida al
contenimento delle emissioni, in linea con i target della COP21 di
Parigi.
Proprio in occasione di COP21, infatti, il Ministero dell’Agricoltura francese ha lanciato l’iniziativa #4pour1000
volta a rimarcare l’importanza del suolo nell’ambito degli equilibri
del ciclo carbonio. La capacità del suolo di incamerare carbonio sotto
forma di sostanza organica, da un lato, ne aumenta la fertilità e la
produttività, dall’altro, funge da stoccaggio dinamico del carbonio.
Si può passare quindi da un paradigma di agricoltura energivora e dissipatrice di risorse a un modello ecosostenibile e multifunzionale. Si definisce così un modo di far agricoltura aderente al concetto dell’economia circolare,
con cui si può chiudere il ciclo produttivo e valorizzare i propri
scarti (vedi documento integratico "Agroenergie" a fondo pagina).
Dare valore al bosco italiano
Le foreste italiane rappresentano il 34% della superficie totale nazionale,
nel corso degli ultimi 50 anni sono praticamente raddoppiate
raggiungendo quasi 11 milioni di ettari. Soltanto negli ultimi 10 anni
la loro estensione è aumentata del 5,8%.
Se da un lato si può interpretare positivamente l’aumento dell’estensione forestale nazionale, dall’alto spaventa l’incuria
di ampie superfici non più presidiate - come ad esempio accade in molte
realtà dell’Appennino - dove si registra un impoverimento dei nostri
boschi dal punto di vista paesaggistico, sociale ed economico.
Alla
logica dell’abbandono va contrapposta una gestione attiva, sostenibile e
responsabile del patrimonio forestale. Le foreste sottoposte ad una corretta gestione presentano una capacità di assorbimento di CO2
nettamente superiore a quelle abbandonate a se stesse, ciò evidenzia
quindi l'importanza dell’intervento antropico nell'ottimizzazione del
potenziale di cattura del carbonio nella biomassa e nel suolo forestale.
È quindi urgente e necessario per il nostro Paese, dare corso a nuove politiche che pongano particolare attenzione attivare uno sviluppo economico locale e sostenibile
legato alla gestione dei boschi e delle filiere produttive ad essi
associate, che valorizzi le risorse umane del posto, soprattutto quelle
più giovani, creando posti di lavoro nella produzione forestale, nella
prima lavorazione per la produzione di materiali grezzi e semilavorati per fini strutturali, artigianali ed energetici.
Scenari 2025-2030: mercato dei veicoli elettrici in Italia al 30% e al 60%
Dopo
la rivoluzione che ha cambiato la fisionomia della generazione
elettrica in Italia e in Europa, dobbiamo prepararci al prossimo
cambiamento radicale che riguarderà la mobilità (vedi documento
integratico "Mobilità elettrica" a fondo pagina).
Grazie al rapido calo del prezzo delle batterie
e al rapido cambio di strategia di molte case automobilistiche, i
veicoli elettrici sono destinati a coprire fette crescenti di mercato.
Nel 2015 le auto elettriche vendute in Europa hanno sfiorato le 190.000
unità, numeri ancora limitati ma in forte crescita.
Ed è significativo che la Norvegia, insieme all’Olanda, stia discutendo la possibilità di consentire la vendita di sole auto elettriche a partire dal 2025; e che in India e in Germania si stia valutando lo stesso obiettivo al 2030.
Il
governo dovrebbe stimolare una rapida diffusione della mobilità
elettrica in grado di consentire al nostro paese di raggiungere fra 10 anni i livelli di vendita che si riscontrano oggi dalla Norvegia: 30% del mercato e fra 15 anni una quota del venduto pari al 60% del totale.
Naturalmente
l’introduzione di obiettivi ambiziosi rispetto ai ridicoli valori
attuali comporta una strategia a tutto campo, inclusa un’attenzione sul
versante della produzione di autoveicoli (finora quasi inesistente in
FCA). Attualmente oltre il 70% delle auto vendute in Italia sono
importate, una e percentuale destinata a salire con il successo della
mobilità elettrica.
Documenti settoriali alla proposta FREE (pdf)
- Efficenza energetica (AiCARR)
- Edilizia (GBC Italia)
- Agroenergie (Aiel, CIB, Itabia)
- Mobilità elettrica (CEI-Cives, Kyoto Club)
Il Coordinamento FREE
è un'associazione no profit che raggruppa attualmente, in qualità di
Soci, 23 Associazioni in toto o in parte attive nei settori
dell’efficienza energetica e della produzione da energie rinnovabili,
oltre ad un ampio ventaglio di Enti e Associazioni che hanno chiesto di
aderire come Aderenti ed è pertanto la più grande Associazione del
settore presente in Italia.
Il
Coordinamento FREE ha lo scopo di promuovere lo sviluppo delle
rinnovabili e dell’efficienza energetica nel quadro di un modello
sociale ed economico ambientalmente sostenibile, della decarbonizzazione
dell’economia e del taglio delle emissioni climalteranti, avviando
un’azione più coesa delle Associazioni e degli Enti che ne fanno parte
anche nei confronti di tutte le Istituzioni.
fonte: http://www.qualenergia.it