Il
Dpr è approvato ieri in Consiglio dei Ministri. Galletti: “Il testo
unico sulle terre e rocce da scavo è una grande novità per la nostra
legislazione”
Terre e rocce da scavo compiono finalmente quel salto di qualità richiesto dall’economia di circolare. La differenza fra ieri e oggi sta essenzialmente nella loro classificazione, passata da “rifiuti” a “sottoprodotti”.
A sancirne la trasformazione è il decreto del Presidente della
Repubblica, approvato ieri in Consiglio dei Ministri e ora
all’attenzione della Corte dei Conti, con cui si disciplina la gestione
di questi inerti.
Nello specifico, il provvedimento
definisce un quadro normativo di riferimento “completo, chiaro e
coerente con la disciplina nazionale e comunitaria”, assorbendo in un testo unico e omogeneo
le numerose disposizioni oggi vigenti quando si parla di questi
materiali; in particolare definisce la gestione e l’utilizzo di quelle
qualificate come sottoprodotti, il deposito temporaneo delle terre e
rocce da scavo considerate rifiuti e la loro gestione nei siti da
bonificare.
“Il testo unico sulle terre e rocce da scavo – afferma il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – è una grande novità per la nostra legislazione, un valore aggiunto per l’ambiente, l’economia circolare e la competitività del nostro sistema Paese”.
L’intervento consentirà, attraverso un
sistema più semplice di quello attuale, di migliorare la tutela delle
risorse naturali e allo stesso tempo di perseguire obiettivi di
competitività del sistema, quali l’abbassamento dei costi connessi all’approvigionamento di materia prima
dovuta al maggiore utilizzo delle terre e rocce come sottoprodotti, la
riduzione dell’utilizzo di materiale di cava, un minore ricorso allo
smaltimento in discarica, la previsione di tempi certi e celeri per
l’avvio nei lavori nei cantieri.
Tra le principali novità introdotte dal provvedimento:
- la semplificazione delle procedure e la fissazione di termini certi per concludere le stesse, anche con meccanismi in grado di superare eventuali situazioni di inerzia da parte degli uffici pubblici. Si evitano così i lunghi tempi di attesa da parte degli operatori per la preventiva approvazione del piano di utilizzo delle terre e rocce da parte delle autorità competenti;
- procedure più veloci per attestare che le terre e rocce da scavo soddisfano i requisiti stabiliti dalle norme europee e nazionali per essere qualificate come sottoprodotti e non come rifiuti;
- una definizione puntuale delle condizioni di utilizzo delle terre e rocce all’interno del sito oggetto di bonifica, con l’individuazione di procedure uniche per gli scavi e la caratterizzazione dei terreni generati dalle opere da realizzare nei siti oggetto di bonifica;
- il rafforzamento del sistema dei controlli.