Welfare rurale

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La storica Comunità di Capodarco di Grottaferrata ha gemmato una cooperativa agricola nella Tenuta della Mistica a Roma. Appena dentro il raccordo anulare, racchiusa dalla inutile nuova arteria stradale Prenestina bis, tra Tor Sapienza e Torre Maura, si apre miracolosamente una grande campagna scampata alla urbanizzazione selvaggia. Cento ettari ottenuti dal Comune in “compensazione edificatoria” in altre zone della città. Nota pratica veltroniana di patti leonini stipulati con i palazzinari. In mancanza di una visione d’insieme, l’area è stata gestita alla meno peggio da una fondazione-consorzio di Onlus. Un pezzetto è andato alla Nazionale di calcio dei cantanti che ne ha fatto un giardino attrezzato e un centro estivo per bambini, un altro è diventato un campo di minigolf, un altro è andato ad una associazioni per una comunità per minori, enormi estensioni sono andate all’Acea che ne ha fatto campi di serre fotovoltaiche, ma il grosso, per fortuna, è rimasto agricolo e almeno venti ettari sono stati affidati alla Cooperativa Agricoltura Capodarco che da qualche anno sta  realizzando un impegnativo progetto di Fattoria Sociale per la coltivazione biologica di ortofrutta destinata a mense scolastiche, gruppi di acquisto solidale e nuclei familiari. Oltre a ciò sono stati realizzati il restauro di un casale per la vendita diretta, un accogliente tendone-ristoro che la sera ospita iniziative musicali e un giardino con orti didattici. Sono in corso anche i lavori di recupero di un grande forno antico a legna che sarà a disposizione di chiunque voglia panificare e di restauro di un laboratorio di trasformazione (passate di pomodoro, marmellate, pasta). Prossimamente sarà realizzato anche un foyer. In collaborazione con i servizi pubblici sociali e sanitari, nella fattoria si tiene un laboratorio sociale per persone con disagi psichici.

La gestione di tutte queste attività impegna 313606574_600182756822730_3076023266286050444_n3 soci-lavoratori e altre persone con borse di lavoro e varie forme di collaborazione, la gran parte delle quali con fragilità e disabilità. È noto che il lavoro nei campi, per via del rapporto diretto con la natura, ha un’ottima efficacia terapeutica per favorire l’inserimento di persone svantaggiate o a rischio di emarginazione a causa di disabilità psichiche, mentali e sociali.
Sono più di mille le realtà in Italia che svolgono attività agricole di sostegno terapeutico. Sulla scorta di queste esperienze di “welfare rurale”, lo scorso anno è stata varata  una legge nazionale quadro (“Disposizioni in materia di Agricoltura Sociale”) non senza incontrare problematicità. Non sempre, infatti, i servizi socio-sanitari sono in grado di connettere tutte le necessarie competenze. Carlo De Angelis, della cooperativa Agricoltura Capodarco, pensa alla agricoltura sociale non come una semplice integrazione al reddito dell’attività agricola, ma come “un modello di aggregazione multifunzionale degli attori pubblici e privati capace di creare comunità locali che si prendono cura di tutte le persone e dei luoghi dove vivono”.


Paolo Cacciari

fonte: http://comune-info.net